“Giovani Musulmani d’Italia”: condanna il terrorismo (e gli auguri al Presidente): "Italiani e mussulmani. Sguardo disincantato, pronti a guadare avanti e fermi nel condannare il terrorismo, i “Giovani Musulmani d’Italia” hanno inviato un messaggio di auguri per un buon lavoro al neo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Sono oltre duemila (di cui mille tesserati in tutta Italia e settemila simpatizzanti sui social network) gli aderenti all’associazione “Giovani musulmani d’Italia”, dislocati in quarantacinque realtà locali, compreso il distretto di Monza e Brianza, determinati a “delineare meglio la loro identità di musulmani italiani”.
Autodefinendosi un “ponte” tra due mondi, gli associati e simpatizzanti nostrani dell’Islam di seconda generazione provengono da tutto il mondo trapiantati in Italia “Siamo figli di questo paese, con il valore aggiunto di essere portatori di culture d’origine differenti che ci arricchiscono e ci danno la possibilità di ampliare le nostre visioni – racconta Chaimaa Fatihi, responsabile nazionale delle Pr – Non ci sentiamo ospiti, ma spesso si parla di un “noi” come se fossimo persone estranee alla società italiana, di cui invece siamo parte integrante di essa e per la quale ci impegniamo quotidianamente, attraverso lo studio e il lavoro”.
I giovani musulmani hanno inviato gli auguri di buon lavoro al neo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, un passo importante che fa seguito a quello di aver preso le distanze dagli attentati di Parigi “Per noi la strage di Charlie Hebdo è un gesto blasfemo, va a ledere quelli che sono i precetti coranici – prosegue – lo condanniamo perché non ci rappresenta ed è il cancro dell’umanità, nonostante non appoggiamo una rivista che pubblica vignette irrispettose non solo contro l’Islam ma anche contro il Cristianesimo”.
Il messaggio dell’Islam per i giovani musulmani d’Italia è “pace e convivenza civile anche con i popoli con fede differente dalla nostra – continua Fatihi – Lo stesso Profeta fu denigrato, ma non usò mai la violenza per vendicare la fede che rappresentava. Siamo della semplice idea che ci debba essere rispetto, perché senza di esso si alimentano correnti di odio che ostacolano il dialogo e la pace”.
Nel loro sito si parla di “giovinezza e capacità critica” e il loro sguardo al futuro non esclude la critica al passato, così come non si volge con disprezzo a chi non crede “La nostra visione può anche essere critica ai musulmani, che possano migliorare se stessi e seguire ciò che Dio e il Suo profeta ci hanno rivelato – incalza Chaimaa – I Sapienti dell’Islam hanno proprio il compito di dare le giuste interpretazioni, chi non crede o prega secondo un diverso credo è un essere umano con cui convivere pacificamente e con rispetto, dimostrando quotidianamente attraverso i nostri gesti cos’è l’Islam, perché noi musulmani siamo portatori del messaggio di Dio”.
La figura della donna, infine, ha pari diritti “La donna nell’Islam è il pilastro della società perché lei ha, insieme all’uomo, il compito di educare i figli e quindi i futuri componenti della società – conclude Chaimaa – l’Islam, oltre 1400 anni fa, diede alla donna diritti paritari quali eredità, possesso di un’attività, di scegliersi il marito, di divorziare, di lavorare, il diritto all’educazione e molti altri ancora. Nel futuro la donna musulmana ricoprirà sempre ruoli più importanti all’interno della società occidentale, poiché si è iniziato da tempo un processo attraverso il quale si valorizza la donna come portatrice di cambiamento sociale. Siamo dell’idea che la donna per essere libera non debba scoprire il proprio corpo, ma dare il meglio di sé ed applicarsi per una società migliore”."
Sono oltre duemila (di cui mille tesserati in tutta Italia e settemila simpatizzanti sui social network) gli aderenti all’associazione “Giovani musulmani d’Italia”, dislocati in quarantacinque realtà locali, compreso il distretto di Monza e Brianza, determinati a “delineare meglio la loro identità di musulmani italiani”.
Autodefinendosi un “ponte” tra due mondi, gli associati e simpatizzanti nostrani dell’Islam di seconda generazione provengono da tutto il mondo trapiantati in Italia “Siamo figli di questo paese, con il valore aggiunto di essere portatori di culture d’origine differenti che ci arricchiscono e ci danno la possibilità di ampliare le nostre visioni – racconta Chaimaa Fatihi, responsabile nazionale delle Pr – Non ci sentiamo ospiti, ma spesso si parla di un “noi” come se fossimo persone estranee alla società italiana, di cui invece siamo parte integrante di essa e per la quale ci impegniamo quotidianamente, attraverso lo studio e il lavoro”.
I giovani musulmani hanno inviato gli auguri di buon lavoro al neo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, un passo importante che fa seguito a quello di aver preso le distanze dagli attentati di Parigi “Per noi la strage di Charlie Hebdo è un gesto blasfemo, va a ledere quelli che sono i precetti coranici – prosegue – lo condanniamo perché non ci rappresenta ed è il cancro dell’umanità, nonostante non appoggiamo una rivista che pubblica vignette irrispettose non solo contro l’Islam ma anche contro il Cristianesimo”.
Il messaggio dell’Islam per i giovani musulmani d’Italia è “pace e convivenza civile anche con i popoli con fede differente dalla nostra – continua Fatihi – Lo stesso Profeta fu denigrato, ma non usò mai la violenza per vendicare la fede che rappresentava. Siamo della semplice idea che ci debba essere rispetto, perché senza di esso si alimentano correnti di odio che ostacolano il dialogo e la pace”.
Nel loro sito si parla di “giovinezza e capacità critica” e il loro sguardo al futuro non esclude la critica al passato, così come non si volge con disprezzo a chi non crede “La nostra visione può anche essere critica ai musulmani, che possano migliorare se stessi e seguire ciò che Dio e il Suo profeta ci hanno rivelato – incalza Chaimaa – I Sapienti dell’Islam hanno proprio il compito di dare le giuste interpretazioni, chi non crede o prega secondo un diverso credo è un essere umano con cui convivere pacificamente e con rispetto, dimostrando quotidianamente attraverso i nostri gesti cos’è l’Islam, perché noi musulmani siamo portatori del messaggio di Dio”.
La figura della donna, infine, ha pari diritti “La donna nell’Islam è il pilastro della società perché lei ha, insieme all’uomo, il compito di educare i figli e quindi i futuri componenti della società – conclude Chaimaa – l’Islam, oltre 1400 anni fa, diede alla donna diritti paritari quali eredità, possesso di un’attività, di scegliersi il marito, di divorziare, di lavorare, il diritto all’educazione e molti altri ancora. Nel futuro la donna musulmana ricoprirà sempre ruoli più importanti all’interno della società occidentale, poiché si è iniziato da tempo un processo attraverso il quale si valorizza la donna come portatrice di cambiamento sociale. Siamo dell’idea che la donna per essere libera non debba scoprire il proprio corpo, ma dare il meglio di sé ed applicarsi per una società migliore”."
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