Kammenos, tra gaffe e battute su ebrei e tedeschi - Repubblica.it: "ATENE - Battute sugli ebrei, incitamenti al linciaggio, teorie complottistiche e un'antipatia istintiva per i tedeschi e per la Troika. Scegliendo Panos Kammenos - leader degli Indipendenti greci di Anel - come partner di governo, Alexis Tsipras si è preso una bella gatta da pelare. L'improbabile gemellaggio tra la sinistra radicale di Syriza e un partito dichiaratamente anti-immigrati, paladino dei buoni rapporti tra Stato e Chiesa e allergico a temi sensibili come il divorzio e i diritti civili di base per gli omosessuali è solo un aspetto del problema. L'altro - di cui non c'è dubbio ci sarà da occuparsi nei prossimi mesi - è il carattere esplosivo del capo di Anel. Un talento naturale della gaffe e un esuberante esternatore seriale. Ideale per il parterre dei talk show politici ad alto contenuto di decibel che dominano i palinsesti delle tv elleniche, un po' più complicato da gestire sul palcoscenico internazionale e in vista dei negoziati da raffinati diplomatici in programma con la Troika. Quando ogni parola e ogni gesto rischiano di mandare all'aria il lavoro di mesi.
Lui, è innegabile, ha il senso del palcoscenico e il fiuto della politica. Non si spiega altrimenti la lungimiranza con cui ha pianificato la campagna elettorale del suo partito alle ultime elezioni: un maldestro bambino di nome Alexis che gioca con il suo trenino elettrico. E causa esuberanza giovanile continua a far deragliare il convoglio in curva. Fino a che, come in una favola a lieto fine, appare il gigantesco Panos che prendendo dolcemente il comando e con atteggiamento paternalistico insegna al piccolo a tenere la locomotiva sulle rotaie. Il ruolo, visto con il senno di poi, che si è assegnato adesso. Lui, vecchia volpe della politica ellenica, a tenere a bada e guidare per mano l'altro Alexis, prima che a deragliare sia la Grecia.
Un gioco innocente. Non certo come le sue esternazioni dello scorso dicembre quando per difendere i diritti della Chiesa ortodossa in Grecia ha ricordato al governo di Antonis Samaras che "gli ebrei in Grecia godono in un trattamento fiscale preferenziale". Scatenando come ovvio la reazione della comunità ebraica nazionale. Lui, a dire il vero, non si è mai preoccupato troppo delle conseguenze delle sue uscite. Anche quelle più pesanti. Nel 2011 ha tuonato contro Andreas Papandreou, fratello dell'allora premier George, accusandolo di aver speculato sul fallimento della Grecia investendo in prodotti derivati. Salvo poi essere condannato a un risarcimento di 30mila euro per diffamazione con l'obbligo di non pronunciare mai più il suo nome.
In Grecia il suo carattere imprevedibile è diventato una sorta di marchio di fabbrica. Al punto che i sostenitori del suo partito sono chiamati "Psekasmenoy" (gli "sprayati") dopo che il loro leader - che anche sulla crisi dell'euro ha elaborato ardite tesi complottistiche - non ha escluso che i vari governi che si sono succeduti in Grecia abbiano sparato gas dagli aerei sui cittadini per controllare le loro menti. Altra storica vittima degli eccessi di Pammenos è stato Christos Pachtas, sindaco di Aristoteli. In un comizio a Salonicco, infatti, il neo-alleato di Tsipras ha incitato i manifestanti ad "andare a linciarlo" ("io verrò con voi" ha garantito) come responsabile dell'inquinamento della falda acquifera della zona. Altro episodio al vaglio della magistratura.
Piccolezze, in fondo, rispetto alle sue complesse relazioni con la Germania e con la Troika. "Siamo gli unici che non si sono mai genuflessi di fronte a loro", dice quando riesce a moderare le parole. Altrimenti, spesso, si fa trasportare dal suo carattere fumantino. L'Europa, un suo cavallo di battaglia, è governata da "tedeschi neo-nazisti". Il debito? Si restituirà quando dovuto, sostiene lui. Lo sottoporremo a revisori e non pagheremo una lira a chi non se lo merita. In cima alla lista, guarda caso, c'è proprio Berlino. "Schauble è una persona non grata - ha detto così per gradire alla vigilia di una visita del ministero delle finanze tedesco ad Atene nel luglio 2013 -. Qualcuno deve ricordargli che la Germania ci deve ancora i soldi per l'occupazione nazista". Ora, grazie all'asse con Tsipras, avrà modo di dirglielo direttamente CONTINUA >>>
Lui, è innegabile, ha il senso del palcoscenico e il fiuto della politica. Non si spiega altrimenti la lungimiranza con cui ha pianificato la campagna elettorale del suo partito alle ultime elezioni: un maldestro bambino di nome Alexis che gioca con il suo trenino elettrico. E causa esuberanza giovanile continua a far deragliare il convoglio in curva. Fino a che, come in una favola a lieto fine, appare il gigantesco Panos che prendendo dolcemente il comando e con atteggiamento paternalistico insegna al piccolo a tenere la locomotiva sulle rotaie. Il ruolo, visto con il senno di poi, che si è assegnato adesso. Lui, vecchia volpe della politica ellenica, a tenere a bada e guidare per mano l'altro Alexis, prima che a deragliare sia la Grecia.
Un gioco innocente. Non certo come le sue esternazioni dello scorso dicembre quando per difendere i diritti della Chiesa ortodossa in Grecia ha ricordato al governo di Antonis Samaras che "gli ebrei in Grecia godono in un trattamento fiscale preferenziale". Scatenando come ovvio la reazione della comunità ebraica nazionale. Lui, a dire il vero, non si è mai preoccupato troppo delle conseguenze delle sue uscite. Anche quelle più pesanti. Nel 2011 ha tuonato contro Andreas Papandreou, fratello dell'allora premier George, accusandolo di aver speculato sul fallimento della Grecia investendo in prodotti derivati. Salvo poi essere condannato a un risarcimento di 30mila euro per diffamazione con l'obbligo di non pronunciare mai più il suo nome.
In Grecia il suo carattere imprevedibile è diventato una sorta di marchio di fabbrica. Al punto che i sostenitori del suo partito sono chiamati "Psekasmenoy" (gli "sprayati") dopo che il loro leader - che anche sulla crisi dell'euro ha elaborato ardite tesi complottistiche - non ha escluso che i vari governi che si sono succeduti in Grecia abbiano sparato gas dagli aerei sui cittadini per controllare le loro menti. Altra storica vittima degli eccessi di Pammenos è stato Christos Pachtas, sindaco di Aristoteli. In un comizio a Salonicco, infatti, il neo-alleato di Tsipras ha incitato i manifestanti ad "andare a linciarlo" ("io verrò con voi" ha garantito) come responsabile dell'inquinamento della falda acquifera della zona. Altro episodio al vaglio della magistratura.
Piccolezze, in fondo, rispetto alle sue complesse relazioni con la Germania e con la Troika. "Siamo gli unici che non si sono mai genuflessi di fronte a loro", dice quando riesce a moderare le parole. Altrimenti, spesso, si fa trasportare dal suo carattere fumantino. L'Europa, un suo cavallo di battaglia, è governata da "tedeschi neo-nazisti". Il debito? Si restituirà quando dovuto, sostiene lui. Lo sottoporremo a revisori e non pagheremo una lira a chi non se lo merita. In cima alla lista, guarda caso, c'è proprio Berlino. "Schauble è una persona non grata - ha detto così per gradire alla vigilia di una visita del ministero delle finanze tedesco ad Atene nel luglio 2013 -. Qualcuno deve ricordargli che la Germania ci deve ancora i soldi per l'occupazione nazista". Ora, grazie all'asse con Tsipras, avrà modo di dirglielo direttamente CONTINUA >>>
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