Papa Francesco: "Preghiere per i fedeli perseguitati spogliano il Natale del falso sapore dolciastro" - Repubblica.it: " "Oggi preghiamo per tutti coloro che sono perseguitati a causa della fede cristiana". Con questo messaggio rilasciato in mattinata su Twitter, papa Francesco ha anticipato il tema che avrebbe affrontato durante l'Angelus nel giorno di Santo Stefano, primo martire della Chiesa: la coerenza e il coraggio della testimonianza di fede. Poi, alle 12, il Pontefice è comparso alla finestra dello studio del Palazzo Apostolico per rivolgersi direttamente ai fedeli in piazza San Pietro.
"Oggi preghiamo in modo particolare per quanti sono discriminati e perseguitati e uccisi per la testimonianza resa a Cristo. Vorrei dire a ciascuno di loro: se portate questa croce con amore, siete entrati nel mistero del Natale, siete nel cuore di Cristo e della Chiesa. Preghiamo inoltre perché, grazie anche al sacrificio di questi martiri di oggi, si rafforzi in ogni parte del mondo l'impegno per riconoscere e assicurare concretamente la libertà religiosa, che è un diritto inalienabile di ogni persona umana".
Il Papa commenta il Vangelo di oggi, che riporta una parte del discorso di Gesù ai discepoli nel momento in cui li invia in missione. In particolare, il passaggio dove Gesù dice: "Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato". "Queste parole del Signore - spiega Francesco - non turbano la celebrazione del Natale, ma la spogliano di quel falso rivestimento dolciastro che non le appartiene. Ci fanno comprendere che nelle prove accettate a causa della fede, la violenza è sconfitta dall'amore, la morte dalla vita".
Francesco esorta a "dare testimonianza a Gesù nell'umiltà, nel servizio silenzioso, senza paura di andare controcorrente e di pagare di persona". Perché, sottolinea Bergoglio, è quella la strada indicata da quel passo del Vangelo "per accogliere veramente Gesù nella nostra esistenza e prolungare la gioia della Notte Santa. E se non tutti sono chiamati, come Santo Stefano, a versare il proprio sangue, a ogni cristiano però è chiesto di essere coerente in ogni circostanza con la fede che professa".
Parlando a braccio, il Papa chiarisce così il concetto di coerenza cristiana: "E' una grazia che dobbiamo chiedere al Signore. Coerenza cristiana vuol dire pensare, sentire e vivere come cristiano, non pensare come cristiano e vivere come pagano. Seguire il Vangelo è di certo un cammino esigente - osserva Francesco -, ma chi lo percorre con fedeltà e coraggio riceve il dono promesso dal Signore agli uomini e alle donne di buona volontà".
Il Papa si è infine accomiatato dai fedeli rinnovando allo stesso tempo una richiesta e il suo ormai familiare saluto: "Per favore, continuate a pregare per me. Non dimenticate. Buona festa e buon pranzo!".
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"Oggi preghiamo in modo particolare per quanti sono discriminati e perseguitati e uccisi per la testimonianza resa a Cristo. Vorrei dire a ciascuno di loro: se portate questa croce con amore, siete entrati nel mistero del Natale, siete nel cuore di Cristo e della Chiesa. Preghiamo inoltre perché, grazie anche al sacrificio di questi martiri di oggi, si rafforzi in ogni parte del mondo l'impegno per riconoscere e assicurare concretamente la libertà religiosa, che è un diritto inalienabile di ogni persona umana".
Il Papa commenta il Vangelo di oggi, che riporta una parte del discorso di Gesù ai discepoli nel momento in cui li invia in missione. In particolare, il passaggio dove Gesù dice: "Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato". "Queste parole del Signore - spiega Francesco - non turbano la celebrazione del Natale, ma la spogliano di quel falso rivestimento dolciastro che non le appartiene. Ci fanno comprendere che nelle prove accettate a causa della fede, la violenza è sconfitta dall'amore, la morte dalla vita".
Francesco esorta a "dare testimonianza a Gesù nell'umiltà, nel servizio silenzioso, senza paura di andare controcorrente e di pagare di persona". Perché, sottolinea Bergoglio, è quella la strada indicata da quel passo del Vangelo "per accogliere veramente Gesù nella nostra esistenza e prolungare la gioia della Notte Santa. E se non tutti sono chiamati, come Santo Stefano, a versare il proprio sangue, a ogni cristiano però è chiesto di essere coerente in ogni circostanza con la fede che professa".
Parlando a braccio, il Papa chiarisce così il concetto di coerenza cristiana: "E' una grazia che dobbiamo chiedere al Signore. Coerenza cristiana vuol dire pensare, sentire e vivere come cristiano, non pensare come cristiano e vivere come pagano. Seguire il Vangelo è di certo un cammino esigente - osserva Francesco -, ma chi lo percorre con fedeltà e coraggio riceve il dono promesso dal Signore agli uomini e alle donne di buona volontà".
Il Papa si è infine accomiatato dai fedeli rinnovando allo stesso tempo una richiesta e il suo ormai familiare saluto: "Per favore, continuate a pregare per me. Non dimenticate. Buona festa e buon pranzo!".
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