Iraq - Is, mistero sulla sorte del “califfo nero”: è morto? | mondo | Il Secolo XIX: "Il “califfo nero” sarebbe ferito, forse addirittura morto: rimbalza così, sui social network, una notizia non confermata e non verificabile in maniera indipendente sul terreno, ripresa in serata dal network televisivo Al Arabiya, secondo cui il leader dello Stato Islamico, Abu Bakr Al Baghdadi, sarebbe tra le vittime di raid aerei della coalizione guidata dagli Usa in una località tra la Siria e l’Iraq.
Secondo la tv Al Hadath, del gruppo editoriale panarabo-saudita Al Arabiya, nei bombardamenti di oggi su alcune postazioni dell’Is a Qaim, ultima città irachena nella regione occidentale di Al Anbar prima dell’ormai svanito confine con la Siria, sarebbe stata colpita una sede dello Stato Islamico dove era in corso una riunione dei vertici del gruppo jihadista.
Non ci sono ancora prove fotografiche o video della morte o del solo ferimento di Al Baghdadi, che nei mesi scorsi si è autoproclamato “califfo” e “principe dei credenti”. Intanto, il comando centrale degli Usa (CentCom) ha confermato che la notte scorsa le forze americane hanno condotto raid aerei contro la leadership dell’Is nei pressi di Mosul, in Iraq, ma ha spiegato di «non poter confermare» che Al Baghdadi fosse presente nei luoghi presi di mira.
La prima e sinora ultima apparizione video di Baghdadi risale all’agosto scorso, quando diresse la preghiera comunitaria musulmana nel venerdì che precedeva il mese del digiuno di Ramadan nella Grande Moschea di Mosul, la seconda città irachena conquistata in giugno dall’Is. Già nei mesi scorsi si erano rincorse notizie, mai confermate, dell’uccisione o del ferimento di Baghdadi in raid aerei della coalizione arabo-occidentale guidata dagli Stati Uniti. L’ultima volta, il 6 settembre, era persino apparsa una “foto” di Baghdadi morto, raffigurante un volto con gli occhi chiusi molto somigliante a una delle immagini note del leader jihadista. In quel caso, il Pentagono aveva smentito la notizia.
I bombardamenti odierni su Qaim fanno parte della serie di raid condotti nelle ultime 24 ore dagli aerei della coalizione in Iraq settentrionale e nella Siria orientale e settentrionale. Secondo l’Osservatorio nazionale per i Diritti umani in Siria, alcuni bombardamenti avrebbero preso di mira pozzi petroliferi nella regione orientale di Dayr Az Zor, al confine con l’Iraq e controllati dall’Is."
Secondo la tv Al Hadath, del gruppo editoriale panarabo-saudita Al Arabiya, nei bombardamenti di oggi su alcune postazioni dell’Is a Qaim, ultima città irachena nella regione occidentale di Al Anbar prima dell’ormai svanito confine con la Siria, sarebbe stata colpita una sede dello Stato Islamico dove era in corso una riunione dei vertici del gruppo jihadista.
Non ci sono ancora prove fotografiche o video della morte o del solo ferimento di Al Baghdadi, che nei mesi scorsi si è autoproclamato “califfo” e “principe dei credenti”. Intanto, il comando centrale degli Usa (CentCom) ha confermato che la notte scorsa le forze americane hanno condotto raid aerei contro la leadership dell’Is nei pressi di Mosul, in Iraq, ma ha spiegato di «non poter confermare» che Al Baghdadi fosse presente nei luoghi presi di mira.
La prima e sinora ultima apparizione video di Baghdadi risale all’agosto scorso, quando diresse la preghiera comunitaria musulmana nel venerdì che precedeva il mese del digiuno di Ramadan nella Grande Moschea di Mosul, la seconda città irachena conquistata in giugno dall’Is. Già nei mesi scorsi si erano rincorse notizie, mai confermate, dell’uccisione o del ferimento di Baghdadi in raid aerei della coalizione arabo-occidentale guidata dagli Stati Uniti. L’ultima volta, il 6 settembre, era persino apparsa una “foto” di Baghdadi morto, raffigurante un volto con gli occhi chiusi molto somigliante a una delle immagini note del leader jihadista. In quel caso, il Pentagono aveva smentito la notizia.
I bombardamenti odierni su Qaim fanno parte della serie di raid condotti nelle ultime 24 ore dagli aerei della coalizione in Iraq settentrionale e nella Siria orientale e settentrionale. Secondo l’Osservatorio nazionale per i Diritti umani in Siria, alcuni bombardamenti avrebbero preso di mira pozzi petroliferi nella regione orientale di Dayr Az Zor, al confine con l’Iraq e controllati dall’Is."
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