Il Monte Athos e il calendario che ha perso 13 giorni - Repubblica.it: "Nella Macedonia greca, sull'estremo orientale della penisola Calcidica, si trova un promontorio lungo una cinquantina di chilometri e largo una decina, che termina nell'altura di duemila metri del Sacro Monte Athos. L'intemperante tratto del mare Egeo che lo circonda lo protegge dagli intrusi: nel 492 a. C. vi perse trecento navi, e nel 483 a. C. Serse preferì evitarlo con una spettacolare manovra, scavando per tre anni un canale che permise alla sua flotta lo scavalcamento della penisola.
Benché Athos sia il nome di uno dei giganti che parteciparono alla ribellione contro gli dèi dell'Olimpo, il contrappasso vuole che il territorio dell'omonimo Monte sia oggi la sede di uno straordinario luogo dedito all'adorazione delle divinità del Golgota. La mitologia mediorientale racconta di una tappa effettuata dalla Madonna in compagnia di Giovanni, durante una loro gita dalla Palestina a Cipro, per visitare Lazzaro: la madre di Gesù, colpita dalla bellezza del luogo, espresse il desiderio che le venisse dedicato e una voce dal cielo sancì la creazione dell'odierno Giardino della Vergine. A sua volta, la storia vi registra chiese fiorite ai tempi di Costantino, distrutte sotto Giuliano l'Apostata, e rispuntate in seguito all'esodo dei monaci fuggiti dall'Egitto per la conquista musulmana. Nel 963 Atanasio l'Atonita fondò la Grande Lavra, il più importante dei venti monasteri che oggi punteggiano la zona. Si tratta di vere e proprie cittadelle medievali, circondate da mura e alberganti chiese e alloggi per monaci e pellegrini. Nei tempi andati i monaci assommavano a molte migliaia, ma oggi sono ridotti a circa duemila: quasi tutti greci ortodossi.
Oltre ai monasteri ci sono anche tredici skite, che costituiscono una via intermedia tra il monachesimo collettivo e l'eremitaggio individuale. Il territorio è poi punteggiato da centinaia di "celle", che vanno dalle grotte degli anacoreti agli agriturismi spirituali dei monaci che si dedicano alla produzione del vino e alle ricette tipiche: il famoso e telegenico Epifanios di Mylopotamos, ad esempio, autore di un libro su La cucina del Santo Monte Athos. Le skite, le celle e i territori del Monte Athos appartengono ai vari monasteri. Ciascuno di questi è governato in maniera autonoma da un abate eletto a vita, chiamato egoumenos ("guida"). L'insieme costituisce una repubblica monastica autonoma dalla Grecia, retta da un parlamento di venti rappresentanti, uno per ciascun monastero, da un governo quadrumviro, chiamato epistasia ("sovrintendenza"), e da un primo ministro, chiamato protos ("primo").
La capitale della confederazione è Karyes, un piccolo agglomerato di case attorno alla venerabile chiesa del Protaton, fondata anch' essa da Atanasio nel 962. La Repubblica di Monte Athos è riuscita a preservare l'indipendenza politica e l'integrità territoriale per più di mille anni, passando indenne attraverso l'occupazione nazista della Grecia grazie alla protezione chiesta dall'epistasia a Hitlere da lui accordata. Quanto alla giurisdizione religiosa, i monaci rispondono al patriarca ortodosso di Costantinopoli, ma contestano i tentativi ecumenici di riunione con la chiesa cattolica di Roma: nel 1965i monasteri più radicali issarono bandiere nere in occasione dell'incontro tra Paolo VI e Atenagora. I monaci del Monte Athos si opposero anche all'entrata della Grecia nell'Unione Europea, nel timore che potesse comportare una fine dei loro privilegi medievali: un pericolo poi scongiurato dal riconoscimento di uno statuto speciale per il Monte Athos. Ma ciò che sottolinea l'anacronismo dei monaci è il loro rifiuto del calendario gregoriano: diversamente dal resto del mondo ortodosso, che si è tardivamente aggiornato nel 1923, essi continuano ad adottare il calendario giuliano, che è ormai in ritardo di tredici giorni.
Fin dal 1046 a Monte Athosè interdetto l'accesso alle femmine di ogni specie animale, e da allora solo un pugno di donne è riuscito a penetrarvi: una di esse, Maryse Choisy, ha poi raccontato nel 1929 la sua impresa in Un mese fra gli uomini. Quanto agli uomini, il loro accesso è ristretto: a parte coloro che vogliono entrare come novizi, gli altri devono ottenere un visto che viene accordato solo a qualche decina di visitatori al giorno, in maggioranza greci, e per un periodo limitato a meno di una settimana. Una volta ottenutolo, il visitatore si imbarca sul traghetto che giornalmente collega l'ultimo avamposto greco di Oulianopolis con il porto di Dafne, a mezza costa meridionale. Durante il tragitto vede scorrere lungo la riva i primi monasteri; in particolare, quello enorme di Panteleimonos, che costituì nell'Ottocento una vera e propria cittadella zarista, visitata da migliaia di pellegrini, e si spopolò durante il periodo sovietico. Da Dafne si va alla "capitale", che conta ben 200 abitanti. "
Benché Athos sia il nome di uno dei giganti che parteciparono alla ribellione contro gli dèi dell'Olimpo, il contrappasso vuole che il territorio dell'omonimo Monte sia oggi la sede di uno straordinario luogo dedito all'adorazione delle divinità del Golgota. La mitologia mediorientale racconta di una tappa effettuata dalla Madonna in compagnia di Giovanni, durante una loro gita dalla Palestina a Cipro, per visitare Lazzaro: la madre di Gesù, colpita dalla bellezza del luogo, espresse il desiderio che le venisse dedicato e una voce dal cielo sancì la creazione dell'odierno Giardino della Vergine. A sua volta, la storia vi registra chiese fiorite ai tempi di Costantino, distrutte sotto Giuliano l'Apostata, e rispuntate in seguito all'esodo dei monaci fuggiti dall'Egitto per la conquista musulmana. Nel 963 Atanasio l'Atonita fondò la Grande Lavra, il più importante dei venti monasteri che oggi punteggiano la zona. Si tratta di vere e proprie cittadelle medievali, circondate da mura e alberganti chiese e alloggi per monaci e pellegrini. Nei tempi andati i monaci assommavano a molte migliaia, ma oggi sono ridotti a circa duemila: quasi tutti greci ortodossi.
Oltre ai monasteri ci sono anche tredici skite, che costituiscono una via intermedia tra il monachesimo collettivo e l'eremitaggio individuale. Il territorio è poi punteggiato da centinaia di "celle", che vanno dalle grotte degli anacoreti agli agriturismi spirituali dei monaci che si dedicano alla produzione del vino e alle ricette tipiche: il famoso e telegenico Epifanios di Mylopotamos, ad esempio, autore di un libro su La cucina del Santo Monte Athos. Le skite, le celle e i territori del Monte Athos appartengono ai vari monasteri. Ciascuno di questi è governato in maniera autonoma da un abate eletto a vita, chiamato egoumenos ("guida"). L'insieme costituisce una repubblica monastica autonoma dalla Grecia, retta da un parlamento di venti rappresentanti, uno per ciascun monastero, da un governo quadrumviro, chiamato epistasia ("sovrintendenza"), e da un primo ministro, chiamato protos ("primo").
La capitale della confederazione è Karyes, un piccolo agglomerato di case attorno alla venerabile chiesa del Protaton, fondata anch' essa da Atanasio nel 962. La Repubblica di Monte Athos è riuscita a preservare l'indipendenza politica e l'integrità territoriale per più di mille anni, passando indenne attraverso l'occupazione nazista della Grecia grazie alla protezione chiesta dall'epistasia a Hitlere da lui accordata. Quanto alla giurisdizione religiosa, i monaci rispondono al patriarca ortodosso di Costantinopoli, ma contestano i tentativi ecumenici di riunione con la chiesa cattolica di Roma: nel 1965i monasteri più radicali issarono bandiere nere in occasione dell'incontro tra Paolo VI e Atenagora. I monaci del Monte Athos si opposero anche all'entrata della Grecia nell'Unione Europea, nel timore che potesse comportare una fine dei loro privilegi medievali: un pericolo poi scongiurato dal riconoscimento di uno statuto speciale per il Monte Athos. Ma ciò che sottolinea l'anacronismo dei monaci è il loro rifiuto del calendario gregoriano: diversamente dal resto del mondo ortodosso, che si è tardivamente aggiornato nel 1923, essi continuano ad adottare il calendario giuliano, che è ormai in ritardo di tredici giorni.
Fin dal 1046 a Monte Athosè interdetto l'accesso alle femmine di ogni specie animale, e da allora solo un pugno di donne è riuscito a penetrarvi: una di esse, Maryse Choisy, ha poi raccontato nel 1929 la sua impresa in Un mese fra gli uomini. Quanto agli uomini, il loro accesso è ristretto: a parte coloro che vogliono entrare come novizi, gli altri devono ottenere un visto che viene accordato solo a qualche decina di visitatori al giorno, in maggioranza greci, e per un periodo limitato a meno di una settimana. Una volta ottenutolo, il visitatore si imbarca sul traghetto che giornalmente collega l'ultimo avamposto greco di Oulianopolis con il porto di Dafne, a mezza costa meridionale. Durante il tragitto vede scorrere lungo la riva i primi monasteri; in particolare, quello enorme di Panteleimonos, che costituì nell'Ottocento una vera e propria cittadella zarista, visitata da migliaia di pellegrini, e si spopolò durante il periodo sovietico. Da Dafne si va alla "capitale", che conta ben 200 abitanti. "
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