Gli Ebrei e la Finanza, l’Antisemitismo Potrebbe Rendervi più Poveri | Smartweek: "Gli ebrei controllano la finanza. La finanza è un’invenzione degli ebrei. Con la finanza gli ebrei ci rubano i soldi. La crisi finanziaria è un complotto giudaico per accaparrarsi la ricchezza. La lista di luoghi comuni che riguardano gli ebrei e il mondo della finanza è storia antica. Con l’espansione di internet poi, i complotti giudaici per controllare il mondo, grazie alle finanza naturalmente, sono diventati praticamente infiniti. Ma invece dei deliri digitali, un recente studio ha provato che nelle zone della Germania in cui al tempo del Terzo Reich l’antisemitismo era più forte, i cittadini non investono nella finanza, finiscono per avere meno rendite ed essere più poveri.
Più persecuzioni meno rendite
Lo studio, effettuato presso l’Università Berkeley in California, ha delle radici storiche molto profonde. Le persone che vivono nei quartieri da cui gli ebrei erano più a rischio di essere inviati nei campi di concentramento durante il nazismo hanno il 7,5% in meno di probabilità di investire in azioni di altri tedeschi; coloro che vivono nei distretti in cui si sono verificati Pogrom durante la peste nera (indietro nel 14° secolo) hanno il 12% in meno di probabilità di farlo. Le indagini mostrano anche i residenti di questi quartieri sono meno propensi in generale a fidarsi del settore finanziario.
I risultati dello studio reggono se vengono confrontati con le regioni vicine, con quelli che sono negli stessi Stati e con le aree che erano nelle stesse zone di occupazione dopo la seconda guerra mondiale. Gli autori hanno utilizzato un altro test come ulteriore controllo. Storicamente, gli ebrei tedeschi si stabilirono nella valle del Reno. Quindi, nei distretti tedeschi vicino alla valle che avevano più probabilità di avere pogrom, vivono persone meno propense a investire in azioni rispetto a quelli nei distretti più lontani. Ma quando hanno confrontato i distretti francesi che si trovano vicino al Reno con altri più lontani, non vi era alcuna differenza nella partecipazione borsa.
L’effetto di questa diffidenza è che i risparmiatori tedeschi in tali distretti ottengono rendimenti più bassi, perché hanno una minore esposizione al mercato azionario.
Forti radici storiche
Secondo lo studio l’Antisemitismo attuale, le credenze discriminatorie e la sfiducia generalizzata, non spiegano quest’effetto, che invece è coerente con una norma di sfiducia nella finanza, trasmessa attraverso le generazioni. Lo stesso Friedrich Hayek, il Premio Nobel per l’economia austriaca (ritratto in foto), in “La via della schiavitù”, ha scritto: “In Germania e in Austria l’Ebreo veniva considerato come il rappresentante del capitalismo.”
Questa forte connessione tra gli ebrei e il capitalismo finanziario è da ricercare addirittura nelle sacre scritture. In passato, secondo la dottrina cattolica, il prestito di denaro per interessi era considerato un peccato, ed era un mestiere proibito ai cristiani. Non essendo soggetti a questa restrizione, gli ebrei avevano fatto questo business proprio, nonostante le possibili critiche di usura nella Torah e le sezioni successive della Bibbia ebraica. Purtroppo questo, come detto, ha portato a molti stereotipi negativi di ebrei come avidi usurai, il caso letterario per eccellenza è quello di Shylock ne “Il mercante di Venezia” di Shakespeare, e le passate comprensibili tensioni, tra creditori (tipicamente ebrei) e debitori (tipicamente cristiani) si sono aggiunte a tensioni sociali, politiche, religiose.
Gli amari frutti di questo lascito del passato sono ancora molto presenti nell’Europa di oggi. Secondo un sondaggio condotto di recente in Europa dalla Anti-Defamation League è risultato che il 50% degli spagnoli, come il 51% dei francesi, crede che gli ebrei “hanno troppo potere sui mercati finanziari internazionali”, mentre il 67% degli ungheresi credono che gli ebrei “hanno troppo potere nel mondo degli affari.”
Gli autori dello studio sostengono che, “L’eredità della persecuzione ebraica unita alla sfiducia verso la finanza ha ostacolato generazioni di tedeschi nell’accumulo di ricchezza finanziaria”. Come una sorta di effetto boomerang o del Karma: “La persecuzione delle minoranze non solo riduce la ricchezza a lungo termine dei perseguitati, ma anche quella dei persecutori.”
Abbandonare certi sciocchi pregiudizi e retaggi di un oscuro passato potrà certamente farvi bene all’anima ed, eventualmente, anche al portafoglio"
Più persecuzioni meno rendite
Lo studio, effettuato presso l’Università Berkeley in California, ha delle radici storiche molto profonde. Le persone che vivono nei quartieri da cui gli ebrei erano più a rischio di essere inviati nei campi di concentramento durante il nazismo hanno il 7,5% in meno di probabilità di investire in azioni di altri tedeschi; coloro che vivono nei distretti in cui si sono verificati Pogrom durante la peste nera (indietro nel 14° secolo) hanno il 12% in meno di probabilità di farlo. Le indagini mostrano anche i residenti di questi quartieri sono meno propensi in generale a fidarsi del settore finanziario.
I risultati dello studio reggono se vengono confrontati con le regioni vicine, con quelli che sono negli stessi Stati e con le aree che erano nelle stesse zone di occupazione dopo la seconda guerra mondiale. Gli autori hanno utilizzato un altro test come ulteriore controllo. Storicamente, gli ebrei tedeschi si stabilirono nella valle del Reno. Quindi, nei distretti tedeschi vicino alla valle che avevano più probabilità di avere pogrom, vivono persone meno propense a investire in azioni rispetto a quelli nei distretti più lontani. Ma quando hanno confrontato i distretti francesi che si trovano vicino al Reno con altri più lontani, non vi era alcuna differenza nella partecipazione borsa.
L’effetto di questa diffidenza è che i risparmiatori tedeschi in tali distretti ottengono rendimenti più bassi, perché hanno una minore esposizione al mercato azionario.
Forti radici storiche
Secondo lo studio l’Antisemitismo attuale, le credenze discriminatorie e la sfiducia generalizzata, non spiegano quest’effetto, che invece è coerente con una norma di sfiducia nella finanza, trasmessa attraverso le generazioni. Lo stesso Friedrich Hayek, il Premio Nobel per l’economia austriaca (ritratto in foto), in “La via della schiavitù”, ha scritto: “In Germania e in Austria l’Ebreo veniva considerato come il rappresentante del capitalismo.”
Questa forte connessione tra gli ebrei e il capitalismo finanziario è da ricercare addirittura nelle sacre scritture. In passato, secondo la dottrina cattolica, il prestito di denaro per interessi era considerato un peccato, ed era un mestiere proibito ai cristiani. Non essendo soggetti a questa restrizione, gli ebrei avevano fatto questo business proprio, nonostante le possibili critiche di usura nella Torah e le sezioni successive della Bibbia ebraica. Purtroppo questo, come detto, ha portato a molti stereotipi negativi di ebrei come avidi usurai, il caso letterario per eccellenza è quello di Shylock ne “Il mercante di Venezia” di Shakespeare, e le passate comprensibili tensioni, tra creditori (tipicamente ebrei) e debitori (tipicamente cristiani) si sono aggiunte a tensioni sociali, politiche, religiose.
Gli amari frutti di questo lascito del passato sono ancora molto presenti nell’Europa di oggi. Secondo un sondaggio condotto di recente in Europa dalla Anti-Defamation League è risultato che il 50% degli spagnoli, come il 51% dei francesi, crede che gli ebrei “hanno troppo potere sui mercati finanziari internazionali”, mentre il 67% degli ungheresi credono che gli ebrei “hanno troppo potere nel mondo degli affari.”
Gli autori dello studio sostengono che, “L’eredità della persecuzione ebraica unita alla sfiducia verso la finanza ha ostacolato generazioni di tedeschi nell’accumulo di ricchezza finanziaria”. Come una sorta di effetto boomerang o del Karma: “La persecuzione delle minoranze non solo riduce la ricchezza a lungo termine dei perseguitati, ma anche quella dei persecutori.”
Abbandonare certi sciocchi pregiudizi e retaggi di un oscuro passato potrà certamente farvi bene all’anima ed, eventualmente, anche al portafoglio"
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