L'Africa Gialla - MISSIONI-ALL-ITALIANA: "Che gli africani facessero affari con i cinesi è risaputo. Soprattutto nel momento in cui la Cina era in via di sviluppo per il continente nero era più facile stringere accordi con il dragone che con gli occidentali. Nel frattempo in Africa sono state costruite dai cinesi negli ultimi anni vere e proprie città fantasma, in Angola o Mozambico, con palazzoni a più piani disabitati perché troppo costosi per gli africani. Secondo uno studio del Center for Global Development di Washington, gli investimenti cinesi nel continente nero dal 2000 al 2011 – ammontano a 75 miliardi. Superiore persino agli Usa che nello stesso periodo hanno elargito circa 90 miliardi di dollari. Oltre alla quantità il lato oscuro è rappresentato dalla natura di tali finanziamenti. Il Center for Global Development di Washington ha individuato 1.673 progetti ufficiali in 50 paesi africani di cui 1.422 in fase di realizzazione o già terminati. Molti progetti puntano allo sfruttamento delle risorse e delle materie prime africane, in cambio della realizzazione di infrastrutture, ma il campo di azione si è allargato. Gli interessi di Pechino puntano ormai sulla diversificazione dei settori: dalla sanità all’istruzione, dalla cultura all’agricoltura. In merito allo sfruttamento delle risorse grande attenzione merita la zona del Delta del Niger dove i cinesi sono attivi da molto tempo per estrarre petrolio. Si tratta di petrolio di qualità light usato per le benzine ecologiche o verdi, e i cinesi hanno investito molto mettendo in seria difficoltà la concorrenza occidentale che opera in quella stessa zona da anni. Compagnie come la Total, la Chevron o la stessa Eni si sono viste messe da parte e soprattutto minacciate anche dai gruppi terroristici. In quell’area opera il famoso gruppo ribelle del Mend che negli ultimi anni ha colpito principalmente compagnie occidentali e raramente quelle orientali, questo perché ancora una volta il dragone ha investito finanziando il terrorismo assicurandosi una certa protezione per lo sfruttamento delle risorse. L’Africa è sempre più gialla ma la negoziazione con i cinesi va rivista nel rispetto dell’agenda dei diritti umani e nel vero e concreto sviluppo del continente africano. "
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