“L’occidente servile abbandona gli ebrei”. Parla Bensoussan: E' QUESTA LA SOSTANZA DELLE COSE ...??? !!! "Islamismo minaccia alla democrazia
Nei giorni scorsi si è appreso che l’attentatore del Museo ebraico di Bruxelles, Mehdi Nemmouche, faceva parte di un gruppo di torturatori dello Stato islamico di Iraq e Siria. “L’islam radicale o islamismo è una minaccia per la democrazia europea”, ci dice Bensoussan. “La crescente popolazione della sponda meridionale del Mediterraneo, insieme con lo choc della modernità illuministica, porta a una tensione identitaria. E ignorando il divario tra il temporale e lo spirituale (che è il motivo per cui Gauchet disse che il cattolicesimo è la ‘religione dell’uscita dalla religione’), ci sono tutti gli ingredienti di una deriva totalitaria che è il punto di incontro di sofferenza, frustrazione e risentimento provocato dalle società democratiche in cui il destino ha dato forma alla responsabilità individuale. Questo totalitarismo è la risposta allo sgomento”. Che si tratti di una minaccia per tutti noi? “Ahimé, sì, come il comunismo totalitario e le ideologie fasciste. Inoltre, la minaccia sorge di fronte a un mondo occidentale che ha perso le tracce della guerra e sviluppato una tendenza al servilismo per assicurare la pace civile. Questo avvenne già in Francia nel 1940, con il tradimento di una parte dell’élite. Questo è ciò che sta accadendo più o meno in Europa. La pace civile viene realizzata a danno degli ebrei. Essi lasciano l’Europa, lentamente o a scatti, in silenzio o ad alta voce, ma se ne andranno prima che i cambiamenti demografici in atto lascino loro alcuna possibilità. Resteranno i ‘marrani’, muti, discreti, cancellati”.
All’Università di Milano, in occasione della Giornata della cultura ebraica, Bensoussan martedì terrà una conferenza sugli ebrei fuggiti dai paesi arabi. Secondo lo storico parigino, “la storia degli ultimi ebrei in terra araba, difficile da costruire, è stata per molto tempo oggetto di negazione. Poiché si preferisce la credenza al pensiero, parte delle élite occidentali ha ridipinto il passato arabo connotato da ‘futuri radiosi’ dalle mille sfaccettature, non riuscendo a comprendere che un mondo colonizzato e dominato poteva anche essere un mondo colonizzatore, dominatore e oppressore. Né ad ammettere che i ‘progressisti’ arabi, anticolonialisti militanti, potessero anche essere degli antisemiti e dei reazionari”.
Il grido “morte a Israele” risuona nei boulevard di Parigi e nelle banlieue francesi. “Il rifiuto di Israele ha molti fattori. Oltre al peso della popolazione araba (in Francia nel mese di luglio 2014, quasi l’ottanta per cento dei manifestanti e organizzatori della protesta pro Hamas era di origine nordafricana), c’è la sinistra che ha costruito l’‘Ebreo astratto’ e che poi lo ha trasformato in ‘stato razzista e colonialista di Israele’. Aggiungiamoci la ricerca di una causa redentrice, i reprobi della terra che si rinnovano a Gaza. Non si può capire questo accanimento contro Israele che confina con la cecità volontaria. Come si può essere antisemiti dopo Auschwitz? Mostrando che le vittime di ieri non sono meglio dei loro assassini. Che questi sono assassini reincarnati. In breve, il senso di colpa nato dall’Olocausto è indicibile. E poiché è così difficile da sopportare, questo senso di colpa si trasforma in aggressività. In altre parole, è in nome dell’Olocausto, e più in generale contro il razzismo, che oggi si può essere antisemiti”."
Nei giorni scorsi si è appreso che l’attentatore del Museo ebraico di Bruxelles, Mehdi Nemmouche, faceva parte di un gruppo di torturatori dello Stato islamico di Iraq e Siria. “L’islam radicale o islamismo è una minaccia per la democrazia europea”, ci dice Bensoussan. “La crescente popolazione della sponda meridionale del Mediterraneo, insieme con lo choc della modernità illuministica, porta a una tensione identitaria. E ignorando il divario tra il temporale e lo spirituale (che è il motivo per cui Gauchet disse che il cattolicesimo è la ‘religione dell’uscita dalla religione’), ci sono tutti gli ingredienti di una deriva totalitaria che è il punto di incontro di sofferenza, frustrazione e risentimento provocato dalle società democratiche in cui il destino ha dato forma alla responsabilità individuale. Questo totalitarismo è la risposta allo sgomento”. Che si tratti di una minaccia per tutti noi? “Ahimé, sì, come il comunismo totalitario e le ideologie fasciste. Inoltre, la minaccia sorge di fronte a un mondo occidentale che ha perso le tracce della guerra e sviluppato una tendenza al servilismo per assicurare la pace civile. Questo avvenne già in Francia nel 1940, con il tradimento di una parte dell’élite. Questo è ciò che sta accadendo più o meno in Europa. La pace civile viene realizzata a danno degli ebrei. Essi lasciano l’Europa, lentamente o a scatti, in silenzio o ad alta voce, ma se ne andranno prima che i cambiamenti demografici in atto lascino loro alcuna possibilità. Resteranno i ‘marrani’, muti, discreti, cancellati”.
All’Università di Milano, in occasione della Giornata della cultura ebraica, Bensoussan martedì terrà una conferenza sugli ebrei fuggiti dai paesi arabi. Secondo lo storico parigino, “la storia degli ultimi ebrei in terra araba, difficile da costruire, è stata per molto tempo oggetto di negazione. Poiché si preferisce la credenza al pensiero, parte delle élite occidentali ha ridipinto il passato arabo connotato da ‘futuri radiosi’ dalle mille sfaccettature, non riuscendo a comprendere che un mondo colonizzato e dominato poteva anche essere un mondo colonizzatore, dominatore e oppressore. Né ad ammettere che i ‘progressisti’ arabi, anticolonialisti militanti, potessero anche essere degli antisemiti e dei reazionari”.
Il grido “morte a Israele” risuona nei boulevard di Parigi e nelle banlieue francesi. “Il rifiuto di Israele ha molti fattori. Oltre al peso della popolazione araba (in Francia nel mese di luglio 2014, quasi l’ottanta per cento dei manifestanti e organizzatori della protesta pro Hamas era di origine nordafricana), c’è la sinistra che ha costruito l’‘Ebreo astratto’ e che poi lo ha trasformato in ‘stato razzista e colonialista di Israele’. Aggiungiamoci la ricerca di una causa redentrice, i reprobi della terra che si rinnovano a Gaza. Non si può capire questo accanimento contro Israele che confina con la cecità volontaria. Come si può essere antisemiti dopo Auschwitz? Mostrando che le vittime di ieri non sono meglio dei loro assassini. Che questi sono assassini reincarnati. In breve, il senso di colpa nato dall’Olocausto è indicibile. E poiché è così difficile da sopportare, questo senso di colpa si trasforma in aggressività. In altre parole, è in nome dell’Olocausto, e più in generale contro il razzismo, che oggi si può essere antisemiti”."
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