Il nunzio Zenari: «Bombardare non risolve» | Mondo | www.avvenire.it: UN GRAZIE SPECIALE A MONSIGNOR ZENARI .... ASPETTAVAMO DA TEMPO QUESTA CHIAREZZA DI PENSIERO E VISIONE ...... !!!!CONSAPEVOLI CHE QUESTA E' LA VERA REALTA' DELLE COSE !!!!... "Monsignor Zenari, sono partiti i raid aerei americani, prima sull’Iraq e adesso anche sulla Siria, in funzione anti-Is. Che cosa
ne pensa?
L’Is è un pericolo reale, va affrontato. Ma la forza militare, i bombardamenti, non risolvono. Ci vuole una strategia di contenimento dell’avanzata, perché c’è di mezzo la popolazione. Ma ci vuole anche sangue freddo. Che i jihadisti siano una grave minaccia è vero, però non dobbiamo cadere nella loro trappola, che è quella di diffondere il panico nel mondo occidentale. Per quanto riguarda i raid aerei, quindi, bisogna usare attenzione. E tenere anche conto che una cosa è l’Iraq, un’altra la Siria. Gli americani si sono fatti guardinghi e hanno coinvolto i Paesi della regione. Non dimentichiamo che i musulmani ancora ci “rimproverano” le crociate. Se Obama, che governa un Paese considerato cristiano, avesse deciso di intervenire da solo, loro ancora una volta avrebbero pensato “bombe cristiane contro noi musulmani”. D’altra parte, Arabia Saudita e Qatar, principali finanziatori del-l’Is, adesso si sono accorti che il gruppo è fuori controllo, e lo vogliono fermare. Io penso che chi ha messo le castagne nel fuoco, deve essere tra i primi a tirarle fuori.
La via da percorrere resta, quindi, quella del dialogo.
Sì. La soluzione è politica. L’islam ha un marcato senso religioso della vita, cosa che noi cristiani stiamo perdendo. Conserva valori forti. Lì non si discute sull’aborto, il matrimonio è tra uomo e donna, c’è forte il senso della famiglia. Su questi valori che ci accomunano possiamo fare strada assieme. In Siria c’è sempre stata una buona coabitazione tra cristiani e musulmani. E all’inizio, quando la rivolta era solo siriana, nessuno metteva in discussione la presenza cristiana, anzi, i musulmani ben sapevano che i cristiani erano lì da prima di loro. Le cose sono cambiate quando hanno cominciato ad arrivare combattenti da fuori, ceceni, afghani, pachistani, per i quali solo la presenza musulmana è legittima, perciò distruggono chiese, simboli religiosi, e uccidono.
Che cosa sta succedendo al mondo musulmano?
Per gli Stati a maggioranza islamica è venuto il momento di venire a patti con la modernità, con i diritti. E devono separare religione e Stato. Ma noi non possiamo imporre il nostro modello di società e nemmeno la nostra democrazia. Devono trovare da soli la strada alla convivenza sociale, rispettosa del pluralismo."
ne pensa?
L’Is è un pericolo reale, va affrontato. Ma la forza militare, i bombardamenti, non risolvono. Ci vuole una strategia di contenimento dell’avanzata, perché c’è di mezzo la popolazione. Ma ci vuole anche sangue freddo. Che i jihadisti siano una grave minaccia è vero, però non dobbiamo cadere nella loro trappola, che è quella di diffondere il panico nel mondo occidentale. Per quanto riguarda i raid aerei, quindi, bisogna usare attenzione. E tenere anche conto che una cosa è l’Iraq, un’altra la Siria. Gli americani si sono fatti guardinghi e hanno coinvolto i Paesi della regione. Non dimentichiamo che i musulmani ancora ci “rimproverano” le crociate. Se Obama, che governa un Paese considerato cristiano, avesse deciso di intervenire da solo, loro ancora una volta avrebbero pensato “bombe cristiane contro noi musulmani”. D’altra parte, Arabia Saudita e Qatar, principali finanziatori del-l’Is, adesso si sono accorti che il gruppo è fuori controllo, e lo vogliono fermare. Io penso che chi ha messo le castagne nel fuoco, deve essere tra i primi a tirarle fuori.
La via da percorrere resta, quindi, quella del dialogo.
Sì. La soluzione è politica. L’islam ha un marcato senso religioso della vita, cosa che noi cristiani stiamo perdendo. Conserva valori forti. Lì non si discute sull’aborto, il matrimonio è tra uomo e donna, c’è forte il senso della famiglia. Su questi valori che ci accomunano possiamo fare strada assieme. In Siria c’è sempre stata una buona coabitazione tra cristiani e musulmani. E all’inizio, quando la rivolta era solo siriana, nessuno metteva in discussione la presenza cristiana, anzi, i musulmani ben sapevano che i cristiani erano lì da prima di loro. Le cose sono cambiate quando hanno cominciato ad arrivare combattenti da fuori, ceceni, afghani, pachistani, per i quali solo la presenza musulmana è legittima, perciò distruggono chiese, simboli religiosi, e uccidono.
Che cosa sta succedendo al mondo musulmano?
Per gli Stati a maggioranza islamica è venuto il momento di venire a patti con la modernità, con i diritti. E devono separare religione e Stato. Ma noi non possiamo imporre il nostro modello di società e nemmeno la nostra democrazia. Devono trovare da soli la strada alla convivenza sociale, rispettosa del pluralismo."
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