@ - In caso di guerra nucleare l’Italia al momento non avrebbe uno scudo antimissilistico e dei rifugi antiatomici: se la situazione dovesse degenerare, potremmo non essere pronti.
Dallo scorso 24 febbraio l’Europa - se non il mondo intero - vive con la costante angoscia di una guerra nucleare. Con il passare dei mesi, questo timore invece che evaporare si è invece rafforzato.
Del resto le ultime notizie che arrivano dall’Ucraina non sono molto rassicuranti a riguardo. “L’uso delle armi nucleari… indica già che questa è una guerra nucleare, la Terza Guerra Mondiale - ha dichiarato nelle scorse ore Volodymyr Zelensky - Se la Russia usa armi nucleari, il mondo in cui viviamo non esisterà più. Cioè, ci sarà un mondo completamente diverso, in cui la potenza che usava armi nucleari cesserà definitivamente di esistere. Ne sono assolutamente certo”.
Quasi in contemporanea, l’agenzia Ria Novosti ha dato notizia di come la Russia avrebbe testato nel Mar Baltico il Bulava, un missile che è stato lanciato con successo da un sottomarino nucleare.
Da quando l’esercito di Kiev ha iniziato a riconquistare terreno, la Russia più volte ha dichiarato di essere disposta a usare anche armi nucleari per difendere il proprio territorio, accusando poi l’Ucraina di essere pronta a usare delle bombe sporche.
Insomma, mai come in questo momento lo spettro di una guerra nucleare aleggia sopra i cieli del Vecchio Continente; ma se la situazione dovesse precipitare, l’Italia sarebbe pronta ad affrontare una situazione del genere? La risposta - purtroppo - sembrerebbe essere negativa.
Guerra nucleare: Italia senza scudo
Poche settimane dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, in una intervista a Money.it il generale Carlo Landi ha spiegato che “se qualche nazione ostile decidesse di lanciare verso l’Italia un missile balistico, che volendo può trasportare anche una testata nucleare, con ogni probabilità il nostro Paese non sarebbe in grado di intercettarlo”.
“L’Italia ha in servizio 6 batterie di missili SAMP-T ciascuna delle quali potrebbe difendere il territorio di città come Roma - ha spiegato il generale - Ci sono poi alcuni sistemi navali dotati di missili della stessa famiglia dei SAMP. Come per le batterie terrestri il numero è limitato e le unità potrebbero difendere zone costiere limitate, ma per farlo dovrebbero lasciare indifese le unità navali”.
Da allora poco è cambiato a riguardo nonostante il fondato rischio di una guerra nucleare. Di recente quattordici Paesi hanno firmato una lettera di intenti per lo sviluppo della European Sky Shield Initiative, uno scudo antimissile che dovrà proteggere buona parte dei cieli europei.
Tra di questi però non figura l’Italia, che comunque avrebbe in ballo altri progetti come Twister (Timely warning and Interception with space-based theater) che dovrebbe entrare in funzione entro il 2030.
In sostanza se il conflitto in Ucraina dovesse degenerare in una guerra nucleare, con ogni probabilità l’Italia non sarebbe in grado di intercettare un missile balistico russo tanto che, una simulazione pubblicata dall’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo - IRIAD, ha previsto nell’immediato 55.000 morti nel Belpaese in caso di un attacco atomico.
Mancano i rifugi antiatomici
Per non ripetere gli errori commessi con il Covid, quando il nostro Paese si è fatto cogliere impreparato visto che il piano pandemico non era aggiornato da anni, lo scorso 14 marzo la Protezione Civile ha dato una rinfrescata al piano riguardante un disastro nucleare.
In caso di un incidente atomico, altra ipotesi tristemente possibile visti i missili che continuano a sfiorare le centrali nucleari presenti in Ucraina, l’Italia saprebbe cosa fare con il “riparo al chiuso e la iodoprofilassi” nelle zone più a rischio.
Se invece l’Italia malauguratamente dovesse essere oggetto di un attacco missilistico nucleare, come detto oltre a non avere un adeguato scudo saremmo anche senza dei bunker antiatomici. Esclusi quelli privati, nel nostro paese infatti non esistono rifugi dove poter mettere al sicuro la popolazione (eccetto quello di Sant'Oreste).
Situazione diametralmente opposta invece in Svizzera, dove in caso di una guerra nucleare ci sarebbero già pronti 360.000 rifugi antiatomici capaci di poter accogliere anche più persone rispetto l’intera popolazione.
LEGGI ANCHE
Nessun commento:
Posta un commento