@ - «Mai vista una misura che costasse così tanto a beneficio di così pochi». Con poche parole il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti stronca il Superbonus 110%, una delle misure bandiera del governo giallo rosso e in particolare del Movimento Cinque Stelle.
Poche parola, ma già prima la premier Giorgia Meloni, nel corso della conferenza stampa che ha presentato il Dl Aiuti quater non aveva usato mezzi termini, parlando una di misura concepita in modo bizzarro. «Sul Superbonus – ha sottolineato la presidente del Consiglio – voglio dire che nasceva meritoriamente come misura per aiutare l'economia ma il modo in cui è stata realizzata ha creato molti problemi. Chi diceva che si poteva gratuitamente ristrutturare il proprio condomini ricordo che costava allo stato 60 miliardi, con un buco di 38, diciamo che il concetto di gratuità è bizzarro». L’aumento dei prezzi. Favorite le fasce medio alte Secondo il governo la misura del Superbonus al 110% che ha messo in moto il mercato dell’edilizia nel corso del dopo pandemia da Covid ha creato non poche storture. A cominciare da una bolla speculativa legata all’aumento dei prezzi delle materie prime. «Il Superbonus non ha funzionato – ha ancora sottolineato la premier – , la copertura ha creato una deresponsabilizzazione: non ci si è chiesti se il prezzo dei lavori era congruo e questo ha portato a un aumento dei prezzi delle materie prime. Inoltre il beneficio è andato prevalentemente a favore dei ceti medio-alti. Abbiamo deciso di correggere alcune distorsioni, per questo il bonus passa al 90%». Cessione dei crediti: non è un diritto L’altro capitolo, non di poco conto, è quello della cessione dei crediti e dei cassetti fiscali ormai pieni che sta mettendo in forte difficoltà moltissime famiglie e tantissime imprese. Già il governo precedente, con l’introduzione, nel novembre 2021 del decreto antifrode e con le modiche successive, aveva di fatto bloccato il passaggio legato alla cessione dei crediti. E questo vale, tuttora, anche per chi, ad esempio, ha usato lo strumento dello sconto in fattura. Non a caso è stato uno dei problemi individuati e affrontati nel nuovo dl aiuti approvato ieri dal Consiglio dei ministri: «Ci sono aziende che non riescono più a cederlo, Giorgetti ha lavorato per una soluzione perché è un tema molto sentito. Questo tema era necessario da affrontare nel minore tempo possibile ecco perché lo abbiamo messo nel decreto energia e non nella legge di bilancio» ha spiegato la premier nel corso della conferenza stampa. La ricetta del governo è quella di lavorare ad una via d’uscita, ma non sarà semplice. «Cercheremo di intervenire perché è un problema reale di molte imprese, rispetto allo stock esistente cercheremo e stiamo definendo una via di uscita rispetto alla situazione attuale» sottolinea Giorgetti. Il ministro ha però precisato che «la cessione del credito è una possibilità, non un diritto», e «tutti coloro che da ora ne vogliono usufruire hanno la certezza di poterli detrarre dai redditi ma non possono avere la certezza che si trovi una banca o istituzione che accetti i crediti». Come cambia il Superbonus E allora la misura che ha rilanciato l’edilizia nel corso degli ultimi due anni sarà rivista e cambierà faccia. Come? «Favorendo i redditi più bassi» ha sottolineato la premier. «C'è stato ampio dibattito sul superbonus. La misura continua per chi non può permettersi di sostenere quelle spese, è stata targettizzata per i redditi più bisognosi» sottolinea il ministro dell'Economia e si pensa a due passaggi: la necessità che si tratti di prima casa e che i redditi Isee siano inferiori a 15 mila euro.
Nessun commento:
Posta un commento