@ - Nato divisa. La richiesta di Zelensky di aderire all'Alleanza è stata accolta con reazioni contrastanti all'interno dell'Alleanza. A Washington non tutti sono d'accordo. E si è creata una spaccatura tra i parlamentari statunitensi, secondo quanto indicato Politico. Quando è stato chiesto alla presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi se sostiene la richiesta di Kiev di aderire alla Nato, ha risposto che gli Usa "sono molto impegnati per la democrazia in Ucraina".
Nato divisa, Usa spaccati sull'adesione dell'Ucraina: si teme guerra nucleare. Bloccata anche la Svezia© Internet (altro)
Nato divisa, i timori di una guerra nucleare
Molti funzionari occidentali temono che se Kiev diventasse un membro della Nato a pieno titolo, non solo provocherebbe la Russia, ma attirerebbe anche Washington e Mosca in una guerra diretta. La Carta dell'Alleanza afferma che un attacco a un membro è considerato come offensiva contro l'intera alleanza. E l'unico caso in cui questo principio è stato applicato è stato dopo gli atti di terrorismo dell'11 settembre contro gli Stati Uniti. Per entrare a far parte dell'Alleanza, tuttavia, è necessaria l'approvazione unanime di tutte le 30 nazioni che ne fanno parte.
Le nazioni favorevoli e contrarie
Solo alcune nazioni hanno dato parere favorevole all'ingresso dell'Ucraina nella Nato. E sono: Polonia, Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Macedonia settentrionale, Montenegro, Romania e Slovacchia. Le altre? Attendono. Ma potrebbero non dare pare positivo. Anche perché lo stesso sta capitando in questi giorni a Svezia e Finlandia.
Finlandia e Svezia in stallo
Mancano solo Turchia e Ungheria. Ma finché non ci sarà anche la loro approvazione, né la Svezia né la Finlandia potranno entrare nella Nato. Erdogan, però, è stato chiaro: un parere positivo non ci potrà essere finché le promesse precedentemente stipulate dai due paesi non saranno state mantenute. Per la Svezia si tratta di consegnare un certo numero di curdi che il regime turco classifica come appartenenti a organizzazioni terroristiche. Non è sufficiente, quindi, la mossa di Stoccolma che ha tolto il divieto di esportazioni di armi ad Istanbul.
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