@ - Ieri a mezzanotte a conclusione del primo giorno di consiglio europeo straordinario, il presidente del Consiglio Ue Charles Michel ha annunciato che i 27 paesi hanno trovato l’accordo sul petrolio russo.
Questo accordo arriva dopo un mese dal suo annuncio. Sul sesto pacchetto di sanzioni da imporre alla Russia, i paesi membri non sono stati così uniti come sui precedenti.
Le opposizioni a questo embargo arrivavano non solo dall’Ungheria che ha posto il suo veto, ma molte resistenze c’erano all’interno anche di paesi come la Germania. Le trattative sono state lunghe e complesse ma ora si è arrivato finalmente ad un accordo, anche se diluito in modo da accondiscendere anche alle volontà di paesi contrari.
Cosa prevede il sesto pacchetto di sanzioni
Il sesto pacchetto, dunque, contiene l’embargo sul petrolio russo da fine anno ma riguarda solo il petrolio che arriva in Europa via mare. E’ escluso dalle misure quello che arriva tramite oleodotto Gruzhba . In questo modo, l’Ungheria non ne risente e di fatto viene esclusa da questa misura. L’Europa ha così superato le resistenze di Orbàn che ha avvisato Bruxelles che se dovesse risentire ripercussioni dalla Russia la responsabilità sarà europea. Budapest, ma anche Praga e Bratislava che si erano opposti a questa misura, hanno ottenuto per iscritto che in caso di misure ritorsive da parte di Mosca saranno aiutate dagli altri Paesi membri.
Questa misura riguarda i due terzi del petrolio che l’Europa importa dalla Russia. Le altre sanzioni riguardano l’esclusione dal sistema SWIFT altre tre banche russe tra cui la Sberbank, la più importante del paese. Inoltre, tra gli oligarchi sanzionati si include nel pacchetto anche il patriarca della chiesa ortodossa di Mosca Kirill. Nel pacchetto è previsto anche bando di tre emittenti tv, lo stop delle assicurazioni delle navi russe delle compagnia europee e altre misure minori. Le misure entreranno in vigore alla fine dell’anno.
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