martedì 17 agosto 2021

Gli Arabi prima dell’Islam, la Pietra Nera, la nascita di Maometto ed i fedeli in preghiera

@ - Nell'immagina, la Kaaba della Mecca nella quale viene custodita la Pietra Nera
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Gli Arabi fecero la loro comparsa sulle rive del Mediterraneo verso la metà del VII secolo. Questo popolo abitava una vasta penisola dell’Asia occidentale compresa a nord fra la la Siria e la Mesopotamia, il Mar Rosso a ovest, a est fra il golfo Persico e il golfo di Oman e a sud il golfo di Aden e l’oceano Indiano. La sua parte centrale era costitutita da un aridissimo altopiano desertico, nel quale grazie ad alcune sorgenti di acqua sotterranee, erano sparse alcune oasi nelle quali cresceva una vegetazione che consentiva l’alimentazione delle greggi. La popolazione di questo terreno desertico era composta da pastori seminomadi, che si dedicavano alla pastorizia e all’agricoltura, e da una popolazione nomade, i beduini, che si dedicavano all’allevamento dei cammelli ed erano continuamente in movimento alla ricerca di cibo ed acqua. Sulle coste il terreno si presentava più fertile a causa dell’umidità portata dai venti provenienti dal mare ed erano abitate da una popolazione stabile che viveva nelle città. Questi centri erano scali commerciali dai quali transitavano i traffici tra Oriente ed Occidente; da queste città partivano inoltre le carovane che attraverso il deserto portavano materie prime, e oggetti di pregio. Gli Arabi vivevano divisi in tribù, ognuna delle quali era composta da più famiglie ed era governata da un capo che veniva scelto tra gli anziani. Queste tribù erano sempre in lotta , poichù a causa della grande solidarietà che vigeva al loro interno, anche la più insignificante offesa arrecata ad un suo membro, vedeva coinvolta nella vendetta tutta la tribù. Altro motivo di contrasto era rappresentato dalla tensione esistente tra le diverse classi sociali.I piccoli agricoltori ed i beduini disprezzavano i ricchi mercanti residenti nelle citt`: i primi per i pesanti interessi sui prestiti che erano costretti a pagare loro, i secondi perchè si sentivano sfruttati e mal pagati dagli organizzatori del traffico carovaniero. Gli Arabi adoravano i fenomeni naturali e ogni tribù aveva propri idoli. Lùunico culto che essi avevano in comune era l’adorazione della pietra nera custodita nella Kaaba, un edificio di forma cubica esistente ancora oggi e situato alla Mecca. La tradizione voleva che questa pietra fosse stata portata sulla terra direttamente dal cielo dall’arcangelo Gabriele. Nella Kaaba erano anche custoditi gli idoli appartenenti alle diverse tribù. Tutti gli anni, durante i quattro mesi della tregua santa, le tribù sospendevano le guerre tra loro per recarsi in pellegrinaggio alla Mecca, che in quell’occasione si trasformava in un luogo di scambi commerciali di grande importanza, che costituivano la fonte di maggior ricchezza per i suoi abitanti. Un’altra importante fonte di reddito era costituita dall’allestimento delle carovane, dato che la città era una delle tappe più importanti dell’Itinerario. Questo commercio favoriva gli incontri con le popolazioni cristiane ed ebraiche e sviluppava negli Arabi una propensione verso una religione incline al monoteismo.

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@ - Nell'immagine, fedeli musulmani in preghiera
http://www.tuttostoria.net/medio-evo.aspx?code=85


Maometto nacque nel 571 alla Mecca da una famiglia di modeste condizioni e nella prima giovinezza svolse l’attività di cammelliere conducendo le carovane attraverso il deserto. A venticinque anni la sua vita ebbe una svolta: sposò infatti una ricca vedova di nome Cadigia. Questo matrimonio gli procurò gli agi che le avrebbero permesso di dedicarsi alla meditazione, dalla quale venne attratto già dal tempo dei viaggi nel deserto. Maometto era sempre più convinto di essere uno strumento della volontà di Dio, che lo avrebbe scelto per riformare e rendere più perfetta la dottrina già indicata in maniera non perfetta da Mosè e da Cristo. Verso il 610 iniziò la predicazione circa l’esistenza di un unico Dio creatore dell’universo e al cui cospetto tutti gli uomini, al momento della loro morte, verranno giudicati in base alle loro opere terrestri ricevendo la vita eterna oppure la dannazione. Predicando il monoteismo Maometto si scontrò con gli interessi dei ricchi mercanti e dei sacerdoti pagani, mentre affermando l’uguaglianza degli uomini, finì per urtare la suscettibilità di coloro che speculavano sulla povertà, e sulla schiavitù. Le sue parole avevano raccolto intorno a lui un numero sempre maggiore di fedeli di umili origini, che volevano trasformare la sua propaganda religiosa in una rivolta contro la classe più agiata e specialmente contro i mercanti. A seguito delle minacce ricevute, nel 622 Maometto si trasferì dalla città d’origine a Medina. L’anno dell’egira, della fuga dalla Mecca, venne scelto più tardi dagli Arabi come l’anno d’inizio dell’era musulmana. A Medina restò circa otto anni, durante i quali affinò la sua dottrina. Qui le due principali tribù della città, che erano in conflitto fra loro, aderirono alla sua dottrina sottomettendosi ai suoi insegnamenti e al suo Dio. In questo modo Maometto, che aveva riportato pace e ordine a Medina, divenne il capo di una società fondata su una comune fede religiosa e non più sui legami tribali. Egli aveva sempre pensato di poter condurre la sua predicazione in modo pacifico, ma vista l’ostilità dei mercanti e dei politeisti della Mecca, fu costretto a ricorrere all’uso delle armi. Era deciso a conquistare la città poichè riteneva che solo la Mecca poteva essere il centro della nuova religione. Nell’antica città si innalzava infatti la Kaaba, che tutti gli Arabi consideravano l’antico tempio costruito da Abramo, del quale essi si consideravano discendenti. Con la fuga di Maometto dalla città si erano spezzati anche tutti i legami con i suoi concittadini, che rimasti legati agli antichi dei, venivano considerati dalla nuova dottrina degli infedeli. La guerra santa ebbe facile presa sugli Arabi e Maometto, nel 630 entrò alla Mecca vincitore. Egli morì due anni dopo nel 632, ma la sua predicazione aveva riunito tutte le tribù beduine in un unico Stato unitario devoto nella sua totalità alla nuova religione. Essendo analfabeta, il Profeta non lasciò nulla di scritto ed in seguito la sua dottrina venne esposta dai suoi successori nel Corano, il libro sacro dei musulmani. Questa dottrina è molto semplice e afferma l’esistenza di un solo Dio, Allah, che parla agli uomini attraverso i suoi profeti, il più ispirato dei quali fu Maometto. Il musulmano deve avere una fede cieca in Allah, nel suo profeta e nella vita ultraterrena che sarà lieta per chi ha compiuto opere buone, mentre sarà dannata per chi si è comportato sconvenientemente e per gli infedeli. L’uomo deve credere in Allah e soprattutto deve credere che ciò che accade, succede per sua volontà. Deve accettare con serenità tutto ciò che Allah ha già previsto per lui, comprese le sofferenze e la morte. Questo abbandono totale a Dio è conosciuto in lingua araba con la parola Islam, dal quale deriva il nome della religione maomettana: l’Islamismo. Per avere il diritto di accedere al paradiso, ogni musulmano deve adempiere a determinati obblighi: pregare cinque volte al giorno rivolgendosi verso la Mecca, recitando versetti del Corano; osservare il digiuno dall’alba al tramonto durante il mese di Ramadan, fare l’elemosina e recarsi almeno una volta nella vita in pellegrinaggio alla Mecca. L’islamismo impone inoltre ai propri credenti la guerra santa contro gli infedeli, promettendo il paradiso a chi muore sul campo di battaglia. Il Corano contiene inoltre numerose norme di vita sia morale che igienica, ed in particolare invita alla modestia, alla rassegnazione, all’umiltà e al perdono delle offese ricevute. Nel libro sacro vengono condannate la menzogna, l’orgoglio, l’usura e vengono proibiti determinati cibi e bevande quali la carne di maiale e il vino. La chiesa musulmana non ha nè un capo, nè sacerdoti, e ogni credente può attendere direttamente alle pratiche del culto.

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