@ - Il procedimento a carico dell'anziana si aprirà il 30 settembre, accusata di aver assistito il comandante del lager dove furono sterminate 11 mila persone vicino Danzica, in Polonia. Più volte sentita come testimone ha detto di ignorare i massacri avvenuti a pochi metri dal suo ufficio
Una ex segretaria dell'amministrazione del campo di concentramento nazista di Stutthof, andrà a processo in Germania per complicità nello sterminio di oltre 11mila persone. La donna, oggi 96enne, verrà giudicata davanti ad una corte minorile, perché all'epoca dei fatti aveva 18-19 anni. Il processo si aprirà il 30 settembre, ha reso noto una portavoce della corte regionale di Itzehoe, la città nella regione settentrionale dello Schleswig Holstein dove si svolgerà il procedimento. "L'imputata è accusata di aver assistito chi dirigeva il campo nella sistematica uccisione dei prigionieri fra il giugno 1943 e l'aprile 1945 nelle sue funzioni di stenografa e dattilografa nell'ufficio del comandante dell'ex campo di concentramento di Stutthof", ha spiegato la portavoce. L'anziana imputata, Irmgard F. è stata la segretaria di Paul Werner Hoppe, a capo del lager di Stutthof, vicino Danzica, nella Polonia allora occupata dai nazisti. Stutthof è stato il primo campo di concentramento aperto dai nazisti fuori dalla Germania e l'ultimo ad essere liberato, da forze russe, nel maggio 1945. Secondo l'emittente tedesca Ard, la donna è stata sentita più volte come testimone in passato perché la corrispondenza con i responsabili economici delle SS passava dalla sua scrivania. Irmgard F. aveva ammesso che tutti i giorni prendeva nota di quanto le dettava Hoppe, ma ha sempre sostenuto che ignorava i massacri avvenuti a pochi metri dal suo ufficio. Il caso a suo carico è stato aperto nel 2016 e si avvale di testimonianze giunte dagli Stati Uniti e Israele. Nel luglio 2020 un tribunale dei minori di Amburgo ha riconosciuto colpevole di complicità in omicidio un uomo di 93 anni che da ragazzo era stato guardiano del lager di Stutthof. L'uomo è stato condannato a due anni di carcere, con sospensione della pena. E' a partire dal processo del 2011 contro John Demjanjuk che la giurisprudenza tedesca ritiene che l'essere stato impiegato dai nazisti in un lager possa provare la complicità nella morte degli innocenti internati. Ecco spiegate le aperture di diversi nuovi processi.
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