lunedì 26 aprile 2021

Recovery plan, Draghi: “Non sono solo numeri, dentro ci sono le vite degli italiani. Io ho fiducia nel mio popolo”

@Recovery Plan, le comunicazioni del Presidente del Consiglio Mario Draghi in Parlamento prima della trasmissione del testo a Bruxelles.


Il Presidente del Consiglio Mario Draghi interviene in Parlamento per le comunicazioni sul Recovery Plan in vista della trasmissione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza a Bruxelles. Il piano è stato approvato in Cdm nella serata di sabato 24 aprile dopo una giornata di confronti, tensioni e chiarimenti. Il risultato è un Piano nazionale che risponde ai criteri del premier Draghi e del ministro Franco senza tuttavia escludere quelle che sono le voci politiche, con i partiti che ovviamente vogliono dire la loro.

Recovery plan, le comunicazioni di Mario Draghi
Il testo del Pnrr è stato trasmesso al Parlamento nella giornata del 25 aprile, alla vigilia delle comunicazioni del Presidente del Consiglio Mario Draghi. Dopo il passaggio alla Camera e al Senato, il Recovery plan italiano sarà trasmesso a Bruxelles per l’approvazione definitiva e l’assegnazione dei fondi.

Come nella premessa al testo del Pnrr, Mario Draghi punta tutto sulla straordinarietà del momento e del piano, un crocevia fondamentale per il futuro del Paese. Un treno che passa una sola volta e che non si può perdere. E che poi si dovrà far viaggiare in perfetto orario. Il Recovery plan sarà il perno della politica italiana dei prossimi anni. Tutto dipenderà da questo piano, a prescindere dal colore dei governi che si susseguiranno. E anche per questo motivo forze politiche tanto distanti tra loro hanno deciso di sostenere il governo Draghi. Per dare un contributo, per mettere qualcosa di proprio.

Sbaglieremmo a pensare che il Piano sia solo un insieme di progetti. Metteteci dentro le vite degli italiani, dei giovani, delle donne, dei cittadini che verranno. Le aspirazioni delle famiglie, le rivendicazioni di chi non ha un lavoro o lo ha perso. L’ansia dei territori svantaggiati. La consapevolezza che l’ambiente deve essere rispettato. Il futuro del Paese, la sua credibilità. Non è una questione di reddito, è una questione di valori civili”, esordisce il premier.

Miopi visioni diparte e ritardi peseranno direttamente sulle nostre vite, e forse non si potrà porvi rimedio […], prosegue il Presidente del Consiglio presentando il Piano.


Gli obiettivi del Piano
Il Piano ha tre obiettivi principali. Il primo, con un orizzonte temporale ravvicinato, risiede nel riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica. La pandemia ci ha colpito più dei nostri vicini europei. Abbiamo raggiunto il numero di quasi 120.000 morti per il Covid-19, a cui si aggiungono i tanti mai registrati. Nel 2020 il PIL è caduto dell’8,9 per cento, l’occupazione è scesa del 2,8 per cento, ma il crollo delle ore lavorate è stato dell’11 per cento, il che dà la misura della gravità della crisi. I giovani e le donne hanno sofferto un calo di occupazione molto superiore alla media, particolarmente nel caso dei giovani nella fascia di età 15-24 anni. Le misure di sostegno all’occupazione e ai redditi dei lavoratori hanno notevolmente attutito l’impatto sociale della pandemia. Tuttavia questo si è sentito soprattutto sulle fasce più deboli della popolazione. Tra il 2005 e il 2019, il numero di persone sotto la soglia di povertà assoluta è salito dal 3,3 al 7,7 per cento, per poi aumentare a poco meno del 10 per cento nel 2020. Ancora una volta ad essere particolarmente colpiti sono stati donne e giovani e ancora una volta soprattutto nel Mezzogiorno. Con una prospettiva più di medio-lungo termine, il Piano affronta alcune debolezze che affliggono la nostra economia e la nostra società da decenni: i perduranti divari territoriali, le disparità di genere, la debole crescita della produttività e il basso investimento in capitale umano e fisico. Infine, le risorse del Piano contribuiscono a dare impulso a una compiuta transizione ecologica”.

Le riforme e gli obiettivi
Le riforme consentono di superare problemi strutturali che hanno bloccato la crescita negli ultimi anni. Le missioni del piano sono sei. I progetti mirano a colmare disparità tra Mezzogiorno e Centro-Nord, colmare diseguaglianze di genere e divario generazionale“.

La governance
La governance è fondata su diversi livelli. La gestione delle risorse è di competenza dei Ministeri e delle autorità locali. Le funzioni di monitoraggio e i contatti con la Commissione sono affidate al Mef. Infine è prevista una cabina di regia presso Palazzo Chigi. Regioni ed enti locali avranno un ruolo centrale nell’attuazione del piano”.

Le missioni
La prima Missione riguarda i temi della Digitalizzazione, Innovazione, Competitività e Cultura. Nel complesso, le risorse destinate a questa Missione sono quasi 50 miliardi, di cui 41 finanziate con il Dispositivo Europeo e 8,5 con il Piano complementare nazionale, pari al 27% delle risorse totali del Piano. L’obiettivo principale è promuovere e sostenere la trasformazione digitale e l’innovazione del sistema produttivo del Paese. Abbiamo scelto di investire nella crescita dimensionale delle nostre imprese e in filiere ad alta tecnologia. È facile quando si parla di digitale, parlare di fibra, di cloud, di 5G, di identità digitale, di telemedicina e delle molte altre tecnologie sulle quali proponiamo di investire. In realtà dobbiamo ricordare per cosa la trasformazione digitale è essenziale per il nostro Paese. Noi vogliamo che dal 2027 le nostre ragazze e ragazzi possano avere accesso alle migliori esperienze educative, ovunque esse siano in Italia. Vogliamo che i nostri imprenditori, piccoli e grandi, possano lanciare e far crescere le loro attività rapidamente e efficientemente. Vogliamo permettere alle donne imprenditrici di realizzare i loro progetti. Vogliamo che i lavoratori e le lavoratrici continuino ad acquisire le competenze per le professioni di oggi e di domani. Vogliamo che le persone più sole o vulnerabili possano esser assistite dagli operatori sanitari, dai volontari e dai loro famigliari nel miglior e più tempestivo modo possibile. Vogliamo che le pubbliche amministrazioni e i loro servizi siano accessibili senza ostacoli, senza costi e senza inutile spreco di tempo. Vogliamo insomma accelerare l’adozione della tecnologia – nel pubblico, nel privato e nelle famiglie – per dare alla fine del quinquennio 2021-26 eque opportunità a tutti. In particolare a giovani, lo ripeto ancora, donne e a chi vive in territori meno connessi“.

La seconda Missione, denominata Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica, si occupa dei grandi temi dell’agricoltura sostenibile, dell’economia circolare, della transizione energetica, della mobilità sostenibile, dell’efficienza energetica degli edifici, delle risorse idriche e dell’inquinamento. Essa è particolarmente importante per noi italiani perchè l’Italia è maggiormente esposta a rischi climatici rispetto ad altri Paesi, in parte per l’orografia, in parte per gli abusi, in parte per la delicatezza dell’ambiente. La missione migliora la sostenibilità del sistema economico e assicura una transizione equa e inclusiva verso una società a impatto ambientale pari a zero. La dotazione complessiva di questa missione è la più cospicua tra le 6 proposte (quasi 70 miliardi, di cui 60 finanziati con il Dispositivo europeo). Vi sono inoltre investimenti a supporto della transizione ecologica anche in altre Missioni. Questa prevede misure per migliorare la gestione dei rifiuti e per l’economia circolare, rafforza le infrastrutture per la raccolta differenziata, e ammoderna o sviluppa nuovi impianti di trattamento rifiuti”.

La Missione 3 dispone una serie di investimenti finalizzati allo sviluppo di una rete di infrastrutture di trasporto moderna, digitale, sostenibile e interconnessa. Nel complesso a questa finalità sono allocati oltre 31 miliardi. Gran parte delle risorse è destinata all’ammodernamento e al potenziamento della rete ferroviaria. Si prevede il completamento dei principali assi ferroviari ad alta velocità ed alta capacità (per una spesa stimata in 13,2 miliardi), l’integrazione fra questi e la rete ferroviaria regionale e la messa in sicurezza dell’intera rete. Vi sono poi interventi per la digitalizzazione del sistema della logistica, per migliorare la sicurezza di ponti e viadotti, e misure per innalzare la competitività, capacità e produttività dei porti italiani”.

La Missione 4, Istruzione e Ricerca, incide su fattori indispensabili per un’economia basata sulla conoscenza. Oltre ai loro risvolti benefici sulla crescita, tali fattori sono determinanti anche per l’inclusione e l’equità. I progetti proposti intendono rafforzare il sistema educativo lungo tutto il percorso di istruzione, sostenere la ricerca e favorire la sua integrazione con il sistema produttivo”.

La quinta Missione è destinata alle politiche attive del lavoro e della formazione, all’inclusione sociale e alla coesione territoriale. I fondi destinati a questi obiettivi superano nel complesso i 22 miliardi, ma ulteriori 7,3 miliardi di interventi beneficeranno delle risorse di REACT-EU. Sono previsti investimenti in attività di formazione e riqualificazione dei lavoratori. Si prevede l’introduzione di una riforma organica e integrata in materia di politiche attive e formazione, nonché misure specifiche per favorire l’occupazione giovanile. Sono introdotte misure a sostegno dell’imprenditorialità femminile e un sistema di certificazione della parità di genere che accompagni e incentivi le imprese ad adottare politiche adeguate a ridurre il gap di genere”.

La Missione 6 riguarda la Salute, un settore critico, che ha affrontato sfide di portata storica nell’ultimo anno. La pandemia da Covid-19 ha confermato il valore universale della salute, la sua natura di bene pubblico fondamentale e la rilevanza macro-economica dei servizi sanitari pubblici. Le riforme e gli investimenti proposti con il Piano in quest’area hanno due obiettivi principali: rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio e modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario per garantire un equo accesso a cure efficaci“.
Il testo atteso a Bruxelles

Dopo il passaggio alla Camera e al Senato (26 e 27 aprile), il testo sarà trasmesso a Bruxelles per la valutazione e l’assegnazione della prima parte dei fondi. Secondo le indiscrezioni degli ultimi giorni, l’Ue avrebbe sollevato qualche interrogativo su alcuni aspetti del piano italiano, con Mario Draghi che avrebbe contattato telefonicamente Ursula von der Leyen chiedendo fiducia e rispetto per l’Italia.

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