venerdì 9 ottobre 2020

Palamara "rimosso" dalla magistratura. Al Csm chiuso il processo disciplinare

@ - Contro l'ex pm, imputato a Perugia per corruzione, il massimo della sanzione possibile. Il difensore Guizzi aveva chiesto che la sentenza non fosse "politica".


Luca Palamara è fuori dalla magistratura. Per lui c'è la "rimozione", la pena più severa prevista dalla giustizia disciplinare. Lo hanno deciso al Csm i giudici laici e togati della sezione disciplinare dopo tre ore ore di camera di consiglio. La difesa aveva chiesto l'assoluzione o solo due anni di sospensione in attesa della sentenza del processo di Perugia in cui l'ex presidente dell'Anm (2008-2012), ex consigliere del Csm (2014-2018), ma soprattutto potente leader di Unicost, la corrente di centro delle toghe, è imputato di corruzione.

Palamara ha rinunciato alle ultime dichiarazioni davanti al collegio che pure aveva annunciato di voler fare. "Il mio avvocato è stato bravissimo, basta così" gli hanno sentito dire. Mentre, per la procura generale della Cassazione, ha confermato le accuse il sostituto procuratore generale Simone Perelli che con l'avvocato generale Pietro Gaeta non ha certo fatto sconti a Palamara, il cui comportamento è stato definito di "una gravità inaudita". Il difensore di Palamara, il consigliere di Cassazione Stefano Giaime Guizzi, ha chiesto che quella della disciplinare non fosse "una sentenza politica", ma nel merito dei fatti.

Palamara era in aula al momento del verdetto letto dal presidente del collegio Fulvio Gigliotti, laico di M5S. Non ha fatto dichiarazioni ma ha annunciato che parlerà alle 16 dalla sede del Partito Radicale in via di Torre Argentina, luogo che considera rappresentativo per le sue future battaglie, a partire dal ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, dove Palamara lamenterà non solo il taglio dei testimoni richiesti (sei rispetto a 133), ma anche il diniego sulla inutilizzabilità delle intercettazioni che, a suo avviso, coinvolgendo due parlamentari (Lotti e Ferri), non potevano essere registrate.

I fatti sono quelli della sera all'hotel Champagne, l'8 maggio del 2019, quando Palamara s'incontra con Luca Lotti, deputato del Pd, e Cosimo Maria Ferri, anche deputato del pd in quel momento poi passato con Renzi. Con loro ci sono anche cinque consiglieri del Csm, Luigi Spina e Gianluigi Morlini di Unicost (il secondo presidente della commissione per gli incarichi direttivi), Corrado Cartoni, Antonio Lepre e Paolo Criscuoli, di Magistratura indipendente. Un Trojan messo dalla procura di Perugia registra tutte le conversazioni. E rivela che, secondo la procura della Cassazione, l'obiettivo era quello di far nominare come capo della procura di Roma Marcello Viola, che era ed è tuttora procuratore generale a Firenze. Ai danni degli altri concorrenti, Giuseppe Creazzo procuratore di Firenze e Franco Lo Voi capo della procura di Palermo. Ma la strategia mirava anche a mettere gli "uomini giusti" anche al vertice della procura di Perugia, e infine delegittimare il procuratore aggiunto di Roma Paolo Ielo. 

LEGGERE LA POLITICA


Nessun commento: