venerdì 9 ottobre 2020

Liberi in Mali i due italiani sequestrati da Al Qaeda: erano in ostaggio dal 2018

@ - Padre Maccalli e Nicola Chiacchio sono già sulla via del ritorno. Roma ha agito in collaborazione con l’intelligence francese.

Padre Pier Luigi Maccalli e Nicola Chiacchio, i due italiani rapiti in Niger nel 2018, sono stati liberati e stanno bene. Per due anni e mezzo sono stati nelle mani del gruppo jihadista Jnim, legato ad Al Qaeda. Se secondo fonti dell’intelligence saranno in Italia nelle prossime ore.

La notizia è arrivata ieri in tarda serata con una comunicazione del portavoce del presidente del Mali: «Gli ex ostaggi sono saliti a bordo del volo partito dalla città settentrionale di Tessalit e ora sono diretti a Bamako».

Con i due italiani sono stati rilasciati altri due ostaggi, il politico maliano Soumaila Cisse e l’operatrice umanitaria francese Sophie Petronin.

La liberazione scioglie il clima di tensione causato dalla decisione delle autorità maliane di liberare 180 militanti jihadisti che avevano di fatto alimentato le aspettative di un imminente scambio di prigionieri. Circa 70 uomini erano stati rilasciati sabato e altri 110 domenica. I gruppi estremisti nel Sahel hanno a lungo finanziato le loro organizzazioni attraverso rapimenti.

Si ritiene che il gruppo legato ad Al Qaeda, noto come Jnim, e i suoi associati detengano anche il medico australiano Ken Elliott, la suora colombiana Gloria Cecilia Narvaez Argoti, il cittadino sudafricano Christo Bothma, la svizzera Beatrice Stockly e il romeno Julian Ghergut.

Il rapimento
Maccalli, religioso della Società delle missioni africane (Sma), era stato sequestrato la sera del 17 settembre 2018 nella missione di Bomoanga, a circa 150 chilometri dalla capitale del Niger, Niamey. Chiacchio, invece, era stato rapito alcuni anni fa, probabilmente in Mali, mentre viaggiava come turista. Stava facendo il giro dell’Africa sub sahariana con una bicicletta elettrica. Il 6 aprile scorso il giornale«Avvenire» aveva diffuso un video di 24 secondi che sarebbe stato girato nel Nord del Mali pochi giorni prima: «Mi chiamo Pier Luigi Maccalli, di nazionalità italiana, oggi è il 24 marzo», si sente dire nel breve audio. Poi: «Mi chiamo Nicola Chiacchio». Era la prova che i due uomini erano ancora vivi: gli nel filmato erano seduti uno di fianco all’altro. Maccalli si trovava a sinistra con gli occhiali scuri, la sua abituale barba bianca e folta, e un vestito tradizionale. Chiacchio era anche lui vestito tradizionalmente e con la barba lunga. Entrambi apparivano dimagriti. Il gruppo jihadista, che aveva contattato indirettamente il quotidiano, non si era identificato.

Soumaila Cisse, popolare politico maliano ed ex ministro delle finanze negli Anni 90, era stato rapito da uomini armati durante una campagna elettorale nella regione settentrionale di Timbuktu a marzo. Spohie Petronin, che gestiva una ong che aiutava per bambini malnutriti e orfani, era stata rapita a Gao alla fine del 2016.

L’operazione
La liberazione degli ostaggi, frutto della collaborazione tra Servizi italiani e intelligence internazionali è una vittoria reclamata anche da i dirigenti ad interim del Mali, che stanno supervisionando una difficile transizione di 18 mesi dopo il rovesciamento, il 18 agosto scorso, del presidente Ibrahim Boubacar Keita. Soddisfazione anche dalla Farnesina: «Una bella notizia: padre Pier Luigi Maccalli e Nicola Chiacchio sono finalmente liberi e stanno bene - ha scritto il ministro Di Maio su Twitter-. Grazie alla nostra intelligence, in particolare all’Aise, e a tutti coloro che hanno lavorato per riportarli a casa». Lo ha seguito a ruota il presidente del Consiglio Conte: «Padre Pierluigi Maccalli e Nicola Chiacchio, rapiti in Africa tra il 2018 e il 2019, sono liberi e stanno rientrando in Italia! Grazie al nostro comparto d’intelligence, in particolare all'Aise, e alla Farnesina per questo risultato»

Nessun commento: