mercoledì 2 settembre 2020

Condividi: Commenti: 3 Bergoglio "cancella" Ratzinger: il cambio (storico) nella Messa

@ - Il nuovo Messale romano presenta ancora l'espressione "per tutti", che Ratzinger voleva modificare in "per molti". Bergoglio preferisce la versione corrente. Un passo indietro rispetto alla versione di Benedetto XVI.


"Quest'ultimo prende prende in contropiede l'azione del suo predecessore, e rafforza una traduzione che possiamo giustamente qualificare come errata, poiché non rispetta né il testo del messale, né il testo del Vangelo, ispirato da Dio, da cui è tratta".

Il soggetto della proposizione è papa Francesco, mentre l'accusa proviene dalla Fraternità sacerdotatale San Pio X. Jorge Mario Bergoglio - in estrema sintesi - ha approvato un testo, un Messale romano, che l'emerito riteneva essere sbagliato. Non tutto il testo: si parla, nello specifico, di un passaggio che Joseph Ratzinger aveva modificato in funzione della sua interpretazione. Un cavillo? Un passaggio di poco conto? Non proprio.

Si tratta dell'antica disputa riguardante "pro multis", quelli per cui il sangue di Cristo è stato "versato". Siamo più o meno tutti abituati ad ascoltare, durante le funzioni, la dicitura "per tutti", che segue "per voi". Benedetto XVI pensava che in realtà "pro multis" andasse tradotto con "per molti". Il che, in certe interpretazioni fornite dai tradizionalisti, può restringere la platea di coloro per cui Gesù ha operato "in remissione dei peccati".

È, come premesso, una disputa datata di natura teologica, filologica e dottrinale, ma Ratzinger era stato piuttosto chiaro: "In questo contesto, è stato deciso dalla Santa Sede che, nella nuova traduzione del Messale, l’espressione “pro multis” debba essere tradotta come tale e non insieme già interpretata. Al posto della versione interpretativa “per tutti” deve andare la semplice traduzione “per molti”. Vorrei qui far notare che né in Matteo, né in Marco c’è l’articolo, quindi non “per i molti”, ma “per molti”. Se questa decisione è, come spero, assolutamente comprensibile alla luce della fondamentale correlazione tra traduzione e interpretazione, sono tuttavia consapevole che essa rappresenta una sfida enorme per tutti coloro che hanno il compito di esporre la Parola di Dio nella Chiesa". E ancora, scriveva l'ex papa: "...se Gesù è morto per tutti, perché nelle parole dell’Ultima Cena Egli ha detto “per molti”? E perché allora noi ci atteniamo a queste parole di istituzione di Gesù?". Benedetto XVI - come si apprende sul sito ufficiale del Vaticano - aveva invitato alla stesura di una catechesi sul "pro multis" in grado di spiegare i perché della necessità di una traduzione letterale.

Il Messale romano in oggetto, dunque, avrebbe dovuto presentare la traduzione ratzingeriana. Ma l'ultima versione è come la penultima: Un'aspettativa condita dal fatto che lo stesso papa Francesco aveva utilizzato nel recente passato l'espressione "pro multis". Il testo che Bergoglio ha approvato durante questi giorni, tuttavia, continua a riportare il "per tutti", smentendo le intenzioni dell'emerito e assecondando forse il parere di chi pensa che una limitazione del novero di coloro per cui Cristo ha versato il sangue, almeno dal punto di vista letterale, sia da considerare come negativa. La ratio di fondo dell'altro "fronte", invece, segnala come non tutti, per la dottrina cristiano-cattolica e secondo l'insegnamento evangelico, siano destinati alla salvezza.

Tutto questo avviene mentre un libro edito da Rizzoli, "Una sola Chiesa", ribadisce la continuità dottrinale tra il regnante e l'ex pontefice. Un'opera introdotta dal cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin. Difficile che la scelta di Francesco si declini in una nuova polemica "vaticana", ma la San Pio X ha letto la mossa di Bergoglio alla stregua di un "contropiede" diretto a modificare l'impostazione ratzingeriana. "I'molti' che sorgeranno per la vita eterna devono essere intesi come i 'molti' per i quali il sangue di Cristo è stato versato", aveva affermato l'ex arcivescovo di Buenos Aires nel 2017. Nel Messale della Cei che è stato da poco consegnato nelle mani di Jorge Mario Bergoglio, però, c'è ancora scritto "per tutti". Il "nuovo" Padre Nostro, invece, era condiviso anche dall'emerito: chi si recherà a Messa pronuncerà "non abbandonarci alla tentazione" invece di "non indurci alla tentazione".

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