sabato 30 maggio 2020

George Floyd, l’autopsia: “Non è morto per asfissia”. Ancora scontri negli Usa: proteste anche alla Casa Bianca, il Pentagono prepara i militari. A Detroit spari da un’auto sulla folla: ucciso un 19enne

@ - È stata un’altra notte di proteste e tensioni negli Stati Uniti, dove migliaia di persone sono scese in piazza in diverse città per manifestare tutta la loro rabbia per l’uccisione di George Floyd, l’afroamericano di 46 anni morto soffocato a Minneapolis dopo esser stato immobilizzato dall’agente di polizia Derek Chauvin, ora arrestato. Il Pentagono ha chiesto all’esercito di tenere diverse unità militari pronte ad essere dispiegate a Minneapolis: secondo l’agenzia Associated Press è estremamente raro che il Pentagono dia un ordine del genere.

L’autopsia – Intanto proseguono le indagini sulla morte di George Floyd. I primi risultati dell’autopsia eseguita sul suo corpo riferiscono che il 46enne non è morto né per asfissia né per strangolamento. Secondo quanto si legge nel referto, “gli effetti combinati dell’essere bloccato dalla polizia, le sue preesistenti condizioni di salute (ipertensione arteriosa e problemi coronarici) e potenziali sostanze tossiche hanno contribuito alla sua morte”. La famiglia dell’uomo però contesta questo esito e chiede che venga condotto un secondo esame, indipendente. Per questo si è rivolta al medico legale Michael Baden perché conduca una seconda autopsia: “La famiglia non si fida di nulla che arriva dal dipartimento di polizia di Minneapolis – ha detto il legale Ben Crump -. La verità l’abbiamo già vista”.


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Le rivolte – Le proteste sono arrivate anche davanti alla Casa Bianca, dove centinaia di persone si sono radunate per chiedere giustizia per la vittima e denunciare la brutalità della polizia. Per la residenza presidenziale Usa è scattato il lockdown totale, con i servizi segreti che hanno deciso di impedire l’accesso anche alla stampa dotata di ‘hard pass’. Momenti di tensione si sono verificati quando alcuni dei manifestanti hanno tentato di rimuovere una della barriere protettive che separavano la folla dalle decine di agenti del Secret service schierati. Quest’ultimi hanno però provveduto a rimpiazzare subito la transenna e a contenere la folla, mantenendo la calma. Il sit-in è andato avanti tutta la notte e, secondo quanto riportato dal Guardian, i manifestanti hanno lanciato acqua contro gli agenti dei Servizi segreti schierati. Alcuni sui social media denunciano, invece, l’uso dei lacrimogeni sulla folla.

Violenti scontri si sono verificati anche ad Atlanta, in Georgia, dove il governatore Brian Kemp ha dichiarato lo stato di emergenza dopo che nella notte i manifestanti hanno attaccato il quartier generale della Cnn, lanciando oggetti contro gli agenti di polizia disposti all’ingresso della sede dell’emittente. A Louisville, in Kentucky, invece un altro giornalista è stato attaccato dalla polizia mentre raccontava le rivolte. Si tratta di una reporter di una tv locale che assieme al suo cameraman è stata presa di mira da un poliziotto che stava sparando proiettili con all’interno gas urticante al peperoncino. Ma le tensioni si sono verificate soprattutto a Minneapolis, la città dove è morto Floyd: nonostante l’arresto venerdì sera dell’agente Chauvin, centinaia di persone sono scese in strada ignorando gli appelli della polizia e delle autorità a restare a casa dopo la decisione di imporre il coprifuoco a partire dalle 20 di ieri sera. “Chiedo ai residenti di rispettare il coprifuoco e di andare a casa immediatamente – ha scritto in un tweet il governatore del Minnesota, Tim Walz – Gli agenti devono rispondere alle emergenze, ripristinare l’ordine e garantire la sicurezza degli abitanti del Minnesota”.

Ma è a Detroit, in Michigan, che si è pagato il prezzo più caro: un ragazzo di 19 anni è rimasto ucciso dai colpi d’arma da fuoco sparati da qualcuno all’interno di un suv in direzione della folla che stava manifestando. Si tratta della prima vittima delle proteste che in questi giorni stanno agitando gli Stati Uniti, con un’escalation di violenza. Secondo quanto ha fatto sapere la portavoce del dipartimento di polizia della città del Michigan, l’incidente è avvenuto venerdì sera alle 23.30 ora locale nei pressi del distretto di Greektown, dove si sono registrati scontri tra manifestanti e agenti. La vittima è stata dichiarata morta al suo arrivo in ospedale.

A Los Angeles la polizia ha dichiarato illegale il blocco sull’autostrada intimando alla folla di disperdersi, negli scontri sono rimasti feriti due agenti. Proteste anche a Dallas, dove una folla di dimostranti di è riunita di fronte al quartier generale della polizia della città texana. Il sindaco, Eric Johnson, in un tweet ha detto di “comprendere la rabbia e condividere il dolore” per quello che è successo a Minneapolis che è “inaccettabile”. “Ma per favore rimanete pacifici”, ha concluso il democratico afroamericano. Anche il sindaco di Denver, Michael Hancock, ha condannato “le non necessarie, insensate, distruttive” violenza che si sono avute nella capitale del Colorado. “Ancora una volta le violenze di pochi oscurano le legittime richieste di giustizia”. Portland, in Oregon, è tra le oltre 20 città americane dove si sta protestando, con la polizia locale che ha dichiarato lo stato di rivolta ed ordinato ai dimostranti di disperdersi

L’agente arrestato – Per la morte di George Floyd è stato arrestato con l’accusa di omicidio colposo l’agente bianco Derek Chauvin: dalle indagini su di lui è emerso che in precedenza aveva ucciso un sospetto, partecipato ad una sparatoria risultata fatale per un altro e ricevuto almeno 17 lamentele durante i suoi quasi 20 anni di servizio al dipartimento di polizia locale. Prima aveva prestato servizio per otto anni come membro della polizia militare nella riserva dell’esercito, che aveva lasciato senza alcun riconoscimento.

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