Dopo la polemica sulle scarcerazioni dei boss mafiosi (in particolare quella di Cataldo Franco, l'uomo che sciolse nell'acido il figlio di un pentito, fresca di giornata) a causa dell'emergenza coronavirus, il ministro della Giustizia sarebbe sul punto di ripensarci. "Rimando dentro tutti i boss", ha promesso ai suoi collaboratori secondo Repubblica, “Se il rischio contagio è stato, secondo i magistrati, causa delle scarcerazioni, adesso è il momento di riportare per legge i 41 bis e i detenuti dell’alta sicurezza davanti a quei giudici. La situazione sanitaria è cambiata”. Bonafede è nell'occhio del ciclone e altri passi falsi potrebbero metterlo a serio rischio. La sua poltrona è già in bilico dopo le accuse del pm antimafia Nino Di Matteo (qui quanto successo) e ora le dimissioni chieste dall'opposizione non sono così lontane.
“Continuo a rispettare l’indipendenza e l’autonomia dei magistrati. I giudici prendono le decisioni applicando la legge, a noi tocca farle le leggi” avrebbe inoltre affermato il grillino sugli arresti domiciliari concessi ai carcerati. La palla dunque potrebbe passare ai giudici. Saranno loro, attraverso un decreto del Guardasigilli, a valutare la persistenza dei motivi sanitari e a rimandare i boss e i detenuti sottoposti al regime del 41 bis in carcere.
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