@ - OLTRE ALLE RIAPERTURE DEL 4 MAGGIO - Sul tavolo del governo, secondo le agenzie di stampa, c'è anche l’ipotesi di rimettere in carreggiata anche le attività produttive che sono in grado di garantire la massima sicurezza ai propri dipendenti già a partire dal prossimo 27 aprile.
Dalle 10.40 alle 13: poco più di due ore. Tanto è durata la riunione del governo con il capo della task force Vittorio Colao. Sul tavolo, le misure allo studio per la cosiddetta Fase 2, il cui inizio è previsto per il 4 maggio. Il lavoro, però, è entrato nel vivo, anche perché c’è già una prima scadenza alle porte. Il premier Giuseppe Conte, infatti, ha annunciato che entro la settimana indicherà il programma nazionale delle aperture dal 4 maggio: dovrebbe farlo tra venerdì e sabato. Per arrivare alla decisione finale, il governo terrà una serie di riunioni di confronto con tutti i soggetti interessati, incluse le parti sociali, convocate per oggi. Le categorie imprenditoriali potrebbero essere convocate nelle prossime ore, per un confronto con il governo che dovrebbe svolgersi al più tardi venerdì, anche se non si escludono accelerazioni. Stasera, invece, la riunione del Consiglio dei ministri sul Def in programma per stasera alle 21, mentre è slittata alle 19 la cabina di regia con gli enti locali, alla quale partecipano in rappresentanza delle Regioni Stefano Bonaccini, Attilio Fontana e Nello Musumeci, per i Comuni Antonio Decaro, Virginia Raggi e Roberto Pella.
Cosa c’è nel memorandum della task force di Colao – Al centro dei vari incontri, tuttavia, c’è sempre il memorandum della task force guidata da Vittorio Colao, che ne ha illustrato a Conte il contenuto. Secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa, il documento è stato ultimato ieri sera in una riunione plenaria della commissione e ha al centro le modalità di riavvio delle attività produttive e il sistema dei trasporti. La Fase 2 coinvolgerebbe tra i 2,7 e i 2,8 milioni di lavoratori e tra i tanti punti discussi ci sono appunto l’utilizzo dei mezzi pubblici nel rispetto delle disposizioni di sicurezza, l’aggiornamento del protocollo di sicurezza con i sindacati del marzo scorso, la questione della disponibilità e del prezzo dei dispositivi di protezione, su tutto le mascherine. L’elenco di proposte, insieme ai suggerimenti della comunità scientifica, verrà utilizzato dall’Esecutivo per elaborare la propria strategia che come detto Conte ha promesso di annunciare entro la fine della settimana.
I tempi della Fase 2 – La Fase due partirà dal 4 maggio, ma sul tavolo del governo, secondo le agenzie di stampa, c’è anche l’ipotesi di rimettere in carreggiata anche le attività produttive che sono in grado di garantire la massima sicurezza ai propri dipendenti già a partire dal prossimo 27 aprile. Non si tratterebbe, dunque, solo di estendere la cosiddetta lista Ateco in capo al ministero dello Sviluppo economico, “ma consentire a chi è nelle condizioni di farlo” di riaprire i battenti. L’idea che sarebbe stata avanzata, riferiscono fonti di governo, da Vittorio Colao nel corso della conference call ‘allargata’ di questa mattina con la regia di Palazzo Chigi. “Ogni valutazione dovrà essere affrontata con le parti sociali, per il momento si tratta di una possibilità”, chiariscono le fonti interpellate dalle agenzie di stampa. Nel governo però c’è chi nutre diversi dubbi, riconoscendo le difficoltà nell’individuare chi sia realmente pronto a ripartire: “E’ un gran casino“, riconosce uno dei ministri presenti alla riunione, stando alla ricostruzione fornita dalla AdnKronos. Perché oltre a individuare i requisiti necessari – dagli spazi nei reparti, ad esempio, ai dispositivi di protezione individuale – c’è da considerare il braccio di ferro con i sindacati che una decisione di questo tipo potrebbe innescare. “Quelle sul tavolo sono solo ipotesi – ha spiegato la stessa fonte – al momento di certezze non ce ne sono”.
Da Arcuri a Borrelli fino a metà governo: chi c’era alla riunione – Alla riunione con Colao hanno partecipato anche diversi ministri: Francesco Boccia, Roberto Speranza, Dario Franceschini, Stefano Patuanelli, Teresa Bellanova, Nunzia Catalfo, Paola De Micheli, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro. Da Palazzo Chigi con Conte è collegato anche il commissario Domenico Arcuri, mentre dalla protezione civile, insieme a Boccia, segue la riunione Angelo Borrelli. Presenti anche alcuni rappresentanti del comitato tecnico scientifico tra cui Silvio Brusaferro. Terminato l’incontro con Vittorio Colao, i commissari all’emergenza e gli esperti del comitato tecnico scientifico, il presidente del Consiglio ha proseguito l’analisi delle proposte per la Fase 2 in una riunione con i ministri che avevano già preso parte all’incontro con gli esperti.
Boccia: “Ripartono le imprese che garantiscono la sicurezza dei lavoratori” – Da registrare, al contempo, le parole del ministro degli affari regionali Francesco Boccia, che in un’intervista a Repubblica ha ribadito che “il 4 maggio ripartono le imprese che garantiscono sicurezza per i lavoratori. Per la vita sociale ci vuole molta cautela”. Nella fattispecie, a riaprire saranno “i settori dell’apparato produttivo che adotteranno le linee guida stabilite dal Governo“. Il ministro ha parlato di “crisi devastante: siamo tutti allarmati – ha detto a Repubblica -, ma la cosa importante non è riaprire prima, ma riaprire bene, con linee guida valide per tutti, anche se alcune Regioni che vorranno applicare regole più rigide, ad esempio per stroncare un nuovo focolaio, potranno farlo. Penso che le Regioni siano pronte per la fase 2 – ha concluso Boccia -, ma occorre ancora tanta pazienza perché, finché ci sarà ancora il virus, non potremo tornare al nostro passato e chi non rientra nelle categorie che ripartono è ancora a rischio contagio“.
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