domenica 12 aprile 2020

Coronavirus, Boris Johnson è stato dimesso: non torna subito al lavoro. La compagna: «Ci sono stati momenti davvero bui»

@ - Il premier britannico ha lasciato il St. Thomas Hospital: «Vi devo la vita»


Il premier britannico Boris Johnson è stato dimesso dal St. Thomas Hospital di Londra, dove era ricoverato da giorni a causa del coronavirus, e continuerà la convalescenza nella sua residenza di campagna, Chequers, nel Buckinghamshire. Una nota del governo britannico ha avvertito che Johnson — che era risultato positivo al tampone lo scorso 26 marzo, aveva annunciato la sua condizione il giorno successivo, ed era stato poi ricoverato in ospedale in terapia intensiva tra il 6 e il 9 aprile — non tornerà «immediatamente» al lavoro. Il premier, 55 anni, ha ringraziato medici e infermieri che si sono presi cura della sua salute: «Vi devo la vita», ha detto. «Non posso ringraziarli a sufficienza». Anche la compagna di Johnson, Carrie Symonds — incinta, e a sua volta positiva al virus — ha ringraziato lo «straordinario lavoro» del servizio sanitario britannico e lo staff del St. Thomas. «La scorsa settimana ci sono stati momenti bui», ha aggiunto Symonds.

Mentre Johnson non sarà al lavoro, resta aperto il tema di chi sia al timone del Paese, in un momento tanto delicato. Se è vero infatti che il ministro degli Esteri, Dominic Raab, ha sostituito in queste ore Boris il premier, è vero anche che Raab è solo un primus inter pares rispetto agli altri ministri del governo, non ha i poteri del premier e non ha facoltà di prendere decisioni da solo. Le prerogative del premier sono spalmate fra i vari ministri e dunque le decisioni dovranno essere collegiali. L’esecutivo è però diviso su come procedere di fronte alla pandemia: da un lato c’è il ministro della Sanità, Matt Hancock, che non vuole passare alla storia come quello che ha provocato centinaia di migliaia di morti; dall’altro c’è il Cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak, che non vuole presiedere all’affondamento dell’economia. Le misure riguardanti il lockdown dovranno essere prorogate o modificate entro poche ore.

Sino a poche settimane fa, Johnson e il suo governo avevano attirato numerose critiche per via delle conferenze stampa affollate di giornalisti e le sedute in parlamento, piene come in tempi normali. Johnson era stato fortemente criticato per una risposta considerata troppo leggera al virus, specie in una fase iniziale dell’epidemia. «Che il Paese si prepari a perdere persone care prematuramente», aveva detto, spingendo verso una soluzione diversa da quelle messe in atto - in quel momento - in Italia, Cina e Spagna, che prevedevano forti restrizioni ai movimento e un rigido isolamento sociale. Dopo aver puntato sull’«immunità di gregge», Johnson aveva però cambiato idea, giungendo a imporre una «semi quarantena» e misure definite «draconiane». «Non credo — aveva aggiunto — che ci sia mai stato nulla di simile in tempo di pace».

Negli ultimi giorni, il governo era stato fortemente criticato per la carenza di mascherine e dispositivi di protezione per i medici e gli infermieri negli ospedali. Secondo quanto riportato dai media britannici, alcune infermiere hanno dovuto utilizzare sacchetti della spazzatura per coprirsi.

Nella giornata di domenica, la Gran Bretagna ha superato quota 10 mila morti per il coronavirus, arrivando almeno a 10.532.

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