@ - Il governatore della Lombardia sbotta: "Ora non è colpa di nessuno e i ventilatori non si trovano e i medici mancano...".
Probabilmente in molti fuori da Milano non hanno ben chiara quale sia la gravità della situazione Coronavirus in Lombardia: in tutta la Regione sono rimasti una quindicina di posti liberi in terapia intensiva e sono arrivate mascherine "che sono un fazzoletto o un foglio di carta igienica che viene unito".
Perciò la preoccupazione di Attilio Fontana (e non solo) è comprensibile: "Credo che ci sia una percezione sbagliatissima a Roma. Siamo agli sgoccioli dei letti per la terapia intensiva. Per questo noi avevamo fatto alla protezione civile una proposta e ci avevano appoggiato". Una sinergia per recuperare personale, ventilatori e reparti preparati come un reparto ospedaliero: "Ora non è colpa di nessuno e i ventilatori non si trovano e i medici mancano...".
Inoltre vi è il progetto di massima al Padiglione 1 e 2 della Fiera, dove si vorrebbe creare un ospedale provvisorio per ospitare e curare i contagiati dal Covid-19: nonostante sia arrivato il parere negativo da parte della protezione civile, i lavori stanno continuando. Anche per questo il governatore della Lombardia si è affidato a Guido Bertolaso, nominato consulente personale per seguire il piano: "Mi fido di lui. Ci aiuterà con i suoi contatti in tutto il mondo a realizzare questo ospedale da campo dedicato alle terapie intensive". Perché l'intenzione è chiara: non farsi trovare impreparati "di fronte al peggio".
"Temiamo il peggio"
Ma perché si teme il peggio? Va considerato che l'analisi delle curve del contagio parla della necessità di un grande centro di rianimazione: il virus al 10% della popolazione causa una gravissima polmonite e a ognuno di loro andrebbe dedicato un letto per la rianimazione anche per una dozzina di giorni. "Noi in due settimane ne abbiamo creati 300, e li abbiamo aggiunti ai 650 che già c'erano, puoi fare miracoli ma esistono studi seri che parlano di 4mila persone da ricoverare in terampia intensiva in Italia a breve. Noi siamo i primi a essere finiti nello tsunami", ha sottolineato il leghista.
In effetti anche fuori dal nostro Paese pare lo abbiano capito, con la Merkel che si sarebbe detta pronta a collaborare: "Se lo fa le dirò grazie per tutta la mia vita". Quello della Lombardia potrebbe essere il modello vincente: se dovesse passare l'emergenza "i malati da altre regioni potranno trovare qui il posto che non hanno a casa loro". Fontana infine, nell'intervista rilasciata a La Repubblica, si è sfogato duramente per gli attacchi ricevuti dopo essersi messo la mascherina: "Non pochi hanno provato a farmi fare la figura del pirla, con la storia della mascherina su Facebook, e magari pirla posso anche essere, ma sinora non mi pare d'aver fatto sciocchezze".
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