@ - Oggi la Chiesa celebra San Giuseppe come Sposo della Beata Vergine Maria e Patrono della Chiesa universale. Una presenza piuttosto marginale sui testi biblici, ma estremamente eloquente proprio nel suo silenzio.
San Giuseppe è l’uomo dei sogni, ma con i piedi per terra, così Papa Francesco nell'omelia a Santa Marta il 18 dicembre 2018, raccontava la figura di Giuseppe. L’uomo a cui Dio parlava attraverso i sogni indicandogli la strada da prendere, e rassicurandolo davanti alle sue numerose domande e dubbi umani. Non un sognatore dunque, ma con i piedi ben piantati nella sua realtà. Pronto a destarsi dal sonno e ad agire per il bene della sua famiglia.
Il sogno di Dio
“San Giuseppe – spiega il padre generale dei Giuseppini del Murialdo Tullio Locatelli – fa entrare nella sua vita il grande sogno di essere l’educatore di Gesù, il figlio di Dio, e lo attua nella piccola realtà quotidiana di Nazareth. Nell’umiltà, accetta quel grande progetto pensato da Dio per lui. Anche noi dovremmo chiedere al Signore di essere capaci di realizzare i suoi sogni nelle nostre vite quotidiane”
La Congregazione di San Giuseppe
La Congregazione di San Giuseppe, fu fondata il 19 marzo 1873, da san Leonardo Murialdo, ed ebbe come prima sede il Collegio Artigianelli a Torino. “La figura di San Giuseppe – racconta padre Locatelli – ci ha accompagnato sin dalla nostra fondazione. Nella nostra prima sede già era presente una vasta opera caritatevole nei confronti dei ragazzi poveri ed abbandonati, i quali venivano accolti, sfamati ed educati verso un mestiere che li consentisse di vivere in maniera dignitosa. Questa missione non l’abbiamo mai abbandonata. Ancora oggi ispirandoci a San Giuseppe che si prese cura di Gesù, stiamo accanto ai giovani, affinché crescano sia come cristiani, sia come futuri professionisti nella società. Per noi essere educatori vuol dire far capire ai ragazzi di essere amati dal Signore in un’etica del dono, non solo del dovere”
San Giuseppe, uomo del silenzio
San Giuseppe è l'uomo dell’obbedienza silenziosa che, come ha sottolineato Papa Francesco nell’omelia di Santa Marta del 18 dicembre 2017, “si è fatto carico di una paternità che non era sua: veniva dal Padre. E ha portato avanti la paternità con quello che significa: non solo sostenere Maria e il figlio, ma anche far crescere il bambino, insegnargli il mestiere, portarlo alla maturità di uomo. E questo, senza dire una parola. Nel Vangelo non c’è alcuna parola detta da Giuseppe”.
La custodia di un mistero
Giuseppe e Maria, accogliendo il progetto che Dio aveva per loro e formando la Sacra Famiglia, hanno condiviso e custodito un mistero. “Sarebbe bello – continua il padre generale – capire se nelle famiglie di oggi c’è un punto di mistero e di fermento nella loro vita. Perché è proprio li che nasce quella relazione che si esprime nella tenerezza, nella custodia e nell’aver cura dell'altro. Maria e Giuseppe nel loro sì a Dio, hanno detto sì a loro stessi, realizzando i loro progetti e sogni di sposi e di genitori”.
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