martedì 18 febbraio 2020

Vaticano: scandalo immobili, sequestrati documenti e pc di monsignor Perlasca

@ - Si allarga l'inchiesta che lo scorso ottobre aveva visto 5 dipendenti della Santa Sede indagati e sospesi.

Vaticano: scandalo immobili, sequestrati documenti e pc di monsignor Perlasca
Monsignor Alberto Perlasca 
Indagato anche monsignor Perlasca, dal 2019 Promotore di Giustizia sostituto presso il Supremo Tribunale della Segnatura apostolica.
È stato per diverso tempo il responsabile degli investimenti della Segreteria di Stato vaticana. Ed è a motivo di questo incarico che questa mattina, durante una perquisizione ordinata dal Promotore di Giustizia, Gian Piero Milano, e dall'Aggiunto Alessandro Diddi, è stato eseguito nell'ambito dell'inchiesta sugli immobili di Londra, il sequestro dei suoi documenti e computer presso il suo Ufficio e la sua abitazione. Si tratta di monsignor Alberto Perlasca, dallo scorso luglio promotore di giustizia aggiunto del Supremo tribunale della Segnatura apostolica.

Il provvedimento "è da ricollegarsi - così spiega la Sala stampa vaticana - pur nel rispetto del principio della presunzione di innocenza, a quanto emerso dai primi interrogatori dei Funzionari indagati e a suo tempo sospesi dal servizio".

Il tutto mentre l'Ufficio del Promotore e il Corpo della Gendarmeria proseguono negli accertamenti di carattere amministrativo - contabile e nelle attività di cooperazione con le Autorità investigative straniere.
Ma secondo quanto riferisce sempre il Vaticano, la conclusione dell'indagine non arriverà prima di giugno. Intanto i cinque funzionari precedentemente sospesi continuano a restare a casa senza la possibilità per il momento di essere reintegrati nel proprio posto di lavoro.

Aprendo l'anno giudiziario in Vaticano, sabato 15 febbraio, Papa Francesco aveva fatto cenno all'inchiesta parlando di "situazioni finanziarie sospette, che al di là della eventuale illiceità, mal si conciliano con la natura e le finalità della Chiesa, e che hanno generato disorientamento e inquietudine nella comunità dei fedeli".

"Un dato positivo - aveva aggiunto il Pontefice - è che proprio in questo caso, le prime segnalazioni sono partite da autorità interne del Vaticano, attive, sia pure con differenti competenze, nei settori della economia e finanza. Questo dimostra l'efficacia e l'efficienza delle azioni di contrasto, così come richiesto dagli standard internazionali".

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