@ - A Londra scendono in piazza brexiter e nostalgici europeisti. La Gran Bretagna celebra lo storico giorno con party, manifestazioni e proteste.
LONDRA - A mezzanotte, come nelle favole, svaniscono stelline d'oro e vestito azzurro. L'isola alza orli e confini, si stacca da un abbraccio in cui si sentiva troppo stretta. Chiusa e protetta dal mare intorno, esce dall'Europa senza inchino. "L'Unione europea si è evoluta in una direzione che non andava bene", dice il premier britannico Boris Johnson. Lascia uno spiraglio, ma è troppo lieve: "Inizia una nuova era di amicizia e cooperazione con Ue". Nonostante tutto "abbiamo obbedito al popolo". Il momento di cambiare "è arrivato". Allo scoccare delle lancette aggiunge, "sorge l'alba e la tenda si alza su un nuovo atto della nostra grande storia nazionale".
Dopo quaranta mesi di negoziati e tre proroghe, in una notte che cambia la storia, il Regno Unito indossa gli abiti di uno Stato terzo, uscendo dall'Ue dopo 47 anni. L'union Jack è stato già rimosso dalle sedi del Consiglio europeo. I 28 sono diventati 27. Le bandiere brianniche devono essere rimosse anche dalle tre sedi del Parlamento, a Bruxelles, Lussemburgo e Strasburgo.
Una sarà consegnata alla Casa della Storia Europea, un museo nato su iniziativa dell'Aula, a Bruxelles. Fuori da palazzo Berlaymont, sede della Commissione Europea, invece, sventolano solamente bandiere dell'Ue.
"Una notte storica e triste. Che il risveglio porti più forza e fiducia a chi vuol bene all'Europa", scrive su Twitter il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni. Ora "dobbiamo proteggere le nostre imprese da eventuali accordi degli amici inglesi con Paesi terzi", aggiunge il premier italiano Giuseppe Conte.
L'uscita dall'unione per mesi è stata una danza sgraziata, fatta di discussioni e giravolte. Nelle strade di Londra stanotte c'è chi fa festa, chi resta a casa, chi non protesta neanche più se non con giochi di parole e messaggi. Come quello apparso nella metropolitana di Londra in mattinata, su uno dei pannelli informativi: "Londra è aperta, oggi e sempre".
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La festa in città
Di fronte a Westminster sono riuniti i sostenitori del divorzio. Sono decine di migliaia di persone, strette e sorridenti, sotto scrosci di pioggia. Una folla che intona a squarciagola Land of Hope and Glory (Terra di Speranza e di Gloria), l'inno patriottico britannico del 1902, che appalude quando Johnson parla, proiettato sul grande schermo.
È "un momento incredibile", urla arrossato Nigel Farage, leader del Brexit Party e sostenitore ante-marcia della Brexit, arringando la folla. "Per tutti questi anni - ha tuonato esaltato - l'intero establishment ha sostenuto la permanenza nell'Ue e siamo stati io e pochi altri, con l'appoggio di queste migliaia di persone, semplici attivisti, a imporre la questione Brexit sul tavolo". "Siamo stati noi - ha rivendicato - a terrorizzare (l'ex premier conservatore) David Cameron fino a concederci il referendum" e "siamo andati avanti fino alla vittoria". Non tutti si arrendono. I 'remainers' portano bandiere blu stellate dell'Ue e cartelli che recitano "Never in My Name" (mai in mio nome). Giochi di parole, Eu e You: "Missing Eu already" (ci manca già l'Ue) o "Sorry from Me to Eu". Ma quella di stasera, non è la loro festa.
La transizione
Un anno di aggiustamento, fino 31 dicembre 2020, quando finirà il periodo di transizione salvo proroghe. Per un anno quindi non cambierà nulla, in pratica, il Regno sarà trattato come uno Stato membro (con alcune eccezioni), ma non avrà alcun diritto di intervento nel processo decisionale Ue e alcun diritto di rappresentanza.
Le reazioni
Un addio pesante. I maggiori leader europei, tra cui il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il capo dell'Eliseo Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno parlato di momento di svolta. Insistono sul fatto che il Regno Unito "rimanga un partner strategico". "Quando il sole sorgerà domani si aprirà un nuovo capitolo per l'Ue. Domani quasi mezzo secolo si chiude", ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
"Londrà è una citta aperta. Lo sarà sempre", twitta il sindaco della capitale britannica, Sadiq Khan. "Il governo tedesco punta anche per il futuro sul fatto che la Gran Bretagna rimarrà un partner stretto ed un amico", sono state le parole del portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, in conferenza stampa a Berlino. "È un giorno emotivo. Unità, trasparenza. Rispetto: il nostro lavoro va avanti". Così il capo negoziatore dell'Ue sulla Brexit, Michel Barnier, su Twitter. Venerdì scorso la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel hanno firmato l'accordo per il ritiro, aprendo la via alla ratifica da parte del Parlamento europeo. L'Aula ha approvato mercoledì l'accordo di recesso a larghissima maggioranza, con 621 voti favorevoli su 683. Ieri invece c'è stato il via libera definitivo del Consiglio, per procedura scritta.
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