La conferenza di Berlino va verso il rinvio e in Libia riprendono gli scontri: colpi di artiglieria sono stati sparati a Salah Al-Deen e Ain Zara, sobborghi della capitale libica. Colloquio Merkel-Putin, mentre la Turchia si smarca: "Conferenza inutile se Haftar continua così".
Khalifa Haftar, comandante dell’Esercito nazionale libico, ha lasciato Mosca senza firmare l’accordo per il cessate il fuoco in Libia sottoscritto lunedì dal Governo di accordo nazionale di Tripoli guidato da Fayez al-Serraj. La mancata validazione dell’intesa da parte del generale fa riprendere gli scontri a sud della capitale e incanala verso un rinvio la conferenza di Berlino che, seppur non annunciata ufficialmente, avrebbe dovuto tenersi domenica 19 gennaio. La Turchia e Sarraj “hanno fatto la loro parte, ora tocca alla Russia fare la sua parte con Haftar”, ha detto Erdogan, che attacca l’uomo forte della Cirenaica. “Il golpista ha rifiutato di firmare la tregua. Prima ha detto di sì, ma poi ha lasciato Mosca, è scappato, dimostrando la sua intenzione di voler continuare la guerra. Questo gesto mostra il suo vero volto. Se la Turchia non fosse intervenuta – ha continuato parlando ai deputati del suo Akp – avrebbe preso il pieno controllo della Libia.
La questione è stata al centro di una telefonata tra Vladimir Putin e la cancelliera tedesca Angela Merkel: “Le parti hanno discusso dei preparativi per la conferenza internazionale sulla Libia a Berlino”, ha spiegato il Cremlino precisando Putin ha anche informato la Merkel sull’incontro in Russia. Mosca propone di “unire gli sforzi” compiuti dagli europei e dai vicini della Libia, nonché quelli di Russia e Turchia, e agire così “in un’unica direzione” per spingere “tutte le parti libiche a raggiungere accordi piuttosto che sistemare le cose militarmente”, ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov. La prima risposta è arrivata da Ankara: “Se Haftar continua così, la conferenza di Berlino non avrà senso”, ha detto il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu.
“La bozza di documento ignora molte delle richieste dell’Esercito nazionale libico”, avrebbe detto Haftar, citato da al Arabiya, motivando la sua decisione di lasciare Mosca senza dare il suo benestare al cessate il fuoco dopo aver chiesto tempo fino a martedì mattina per prendere la sua decisione. Secondo Sky News Arabia, nel corso dei colloqui Haftar avrebbe insistito sulle richieste di far entrare le sue truppe a Tripoli e di formare un governo di unità nazionale che ricevesse il voto di fiducia da parte del parlamento di Tobruk.
Il generale avrebbe anche chiesto un monitoraggio internazionale del cessate il fuoco senza la partecipazione della Turchia e chiesto il ritiro immediato dei mercenari “arrivati dalla Siria e dalla Turchia”. Infine, avrebbe insistito sulla richiesta di avere l’incarico di comandante supremo delle Forze armate libiche. Richieste negate e rientro in Libia senza intesa che hanno avuto una prima conseguenza: sono infatti ripresi gli scontri a sud di Tripoli e, secondo il sito al Wasat, colpi di artiglieria sono stati sparati nei sobborghi di Salah Al-Deen e Ain Zara, nella capitale libica.
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