Gli Stati Uniti stanno attivando un dispositivo di sicurezza che non si vedeva dal 2003, con l’obiettivo di prepararsi a un’escalation in Medio Oriente, dopo l'uccisione a Baghdad del generale iraniano Soleimani decisa da Donald Trump. Coinvolte anche le basi italiane di Aviano e Napoli. In caso di una coalizione Nato, anche i militari italiani presenti in Libano, Iraq, Afghanistan e Turchia si ritroveranno coinvolti in quella che, secondo molti, potrebbe trasformarsi in una terza guerra mondiale. Sui social è entrato in tendenza l'hashtag #WWWIII (World war III, cioè terza guerra mondiale), che ha già visto raggiungere quota 1,4 milioni di tweet.
Nella base di Aviano sono arrivate cisterne volanti e velivoli da trasporto. In allerta la 173ma brigata di Vicenza, l'unità d'assalto che ha partecipato negli ultimi anni a diversi interventi più delicati.
#USAF United States Air Force, Air Mobility Command, C-17A Globemaster III currently still active between USA and Middle-East:
Ventisette Boeing C-17 Globemaster da stamattina stanno viaggiando dagli Usa. E sono scesi in campo anche i Lockheed C-5 Galaxy del Pentagono, tra i più grandi velivoli mai costruiti. Volano anche i quadrimotori Lockheed C-130J Hercules. Tradotto: i reparti scelti americani stanno affluendo in massa verso le zone della crisi. Vista la rivolta dello stato iracheno contro gli States, diventa d'importanza strategica la base turca di Incirlik che è la più vicina all'Iran. Si parla già di una chiusura dello spazio aereo decisa da Erdogan, che potrebbe chiedere agli Usa un prezzo altissimo per poter utilizzare l'aeroporto.
Intanto è intenso il movimento di velivoli nelle basi di Suda, nella parte occidentale dell'isola greca, e in Giordania, dove starebbe sbarcando una batteria di missili Patriot.
Il mondo ha gli occhi sul Medio Oriente e tiene il fiato sospeso. Anche il Papa «è informato di quanto sta accadendo e segue con la preghiera gli eventi». È quanto riferisce il portavoce vaticano Matteo Bruni.
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