@ - È furioso, Vladimir Putin, e minaccia reazioni devastanti. Luigi Bisignani, sul Tempo, abbandona per una domenica le vicende di casa nostra per gettare uno sguardo al Cremlino. Lo Zar, ovviamente, ha considerato uno sgarbo personale l'esclusione della Russia dalle Olimpiadi del 2020 e del 2022 e, forse, dal mondiale di calcio del 2022 decisa all'agenzia internazionale antidoping Wada.
"I primi ad intuire , dopo l'arrivo della comunicazione ufficiale, l'ira di Putin sono stati Macron e Merkel, seduti accanto a lui all'Eliseo in quello che avrebbe dovuto essere il vertice della distensione con il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky, e a cui l'Italia di Giuseppe Conte non è stata ovviamente invitata". "Un affronto reputazionale - sottolinea Bisignani -, per uno come lui che, proprio attraverso lo sport, vuole mostrare al mondo la possenza della Grande Madre Russia".
Tutte le possibili reazioni di Mosca, prosegue l'editorialista del Tempo, "sono adesso analizzate con attenzione a Langley, in Virginia, sede della Cia". Nel mirino del presidente russo ci sarebbero la Libia e il Centro e Sud America: "È qui - prosegue Bisignani - che Putin sembra deciso a mostrare tutta la sua forza come monito per l'Europa e gli Stati Uniti". Non è un caso che l'offensiva militare del generale Haftar contro Tripoli sia partita proprio dopo la condanna sportiva di Mosca, che ha dato il via libera alle operazioni libiche dei contractor russi. In Sud America, invece, Putin è riuscito a respingere l'assalto americano al suo protetto Maduro in Venezuela. "L'autunno sudamericano assume sempre più gli aspetti della passata Primavera araba e nessuno più esclude l'attività sovietica nell'area", dall'Argentina al Cile, dalla Colombia al Perù, l'Ecuador e la Bolivia. E in Brasile "l'ex presidente Lula, molto amato da Putin, è pronto a riprendere la scena dopo un periodo in carcere".
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