giovedì 26 dicembre 2019

Ora i teologi progressisti ci provano: Cristo diventa "queer"

@ - Gesù Cristo "queer". Questa è l'ultima novità proveniente dalla rivista Concilium, che è animata da tendenze progressiste. Ma la battaglia è accesa.

Da una parte i tentativi finalizzati ad umanizzare la Vergine Maria, dall'altra le nuove teorie sull'identità sessuale di Gesù Cristo: il progressimo teologico non è disponbile a rinunciare alle sue velleità.

L'ultima novità di questo filone arriva dalla rivista Concilium, che ha posto ai lettori dei quesiti abbastanza pronosticabili.

Considerate le tendenze dottrinali che stanno prendendo piede in alcuni emisferi del cattolicesimo contemporaneo, infatti, meravigliarsi troppo non sembra ragionevole: "Il corpo di Gesù è neutrale, è assessuato? È corpo o corp*?". I conservatori insorgeranno. Un po' come sta accadendo in relazione alla pellicola di Netflix, che presenta una versione omosessuale del fondatore del cristianesimo. Ma la polarizzazione del dibattito teologico è ormai evidente ai più. Cattolici che sottoscrivono petizioni tese alla contestazione di qualunque narrazione non sia speculare a quella tradizionale - che poi è quella dei Vangeli -contro cattolici che sembrano voler adattare la vicenda di Gesù Cristo, e persino alcuni dogmi, alla modernità culturale. Lo scontro è ormai accesissimo.

In alcuni episcopati italiani, nel corso di questi anni, è spuntata la questione della "pastorale Lgbt". C'è chi è d'accordo e chi no. Negli Stati Uniti, queste forme d'innovazione sono ancora più dibattute. La Chiesa cattolica tedesca, che ha organizzato un "concilio interno" biennale, sta ragionando di omossesualità in termini di tendenza sessuale come le altre. Per la Ecclesia, dato il Catechismo, non è secondario. La Pontificia commissione biblica ha reinterpretato la distruzione di Sodoma, quella che è raccontata nella Genesi, attribuendo in qualche modo l'ira di Dio alla mancanza di ospitalità esibita dai sodomiti. La morale sessuale, insomma, non sarebbe stata rilevante rispetto alla disintegrazione. Ma nel caso di Concilium si va oltre. Qualcosa di simile era già accaduto, ma erano stati i luterani svedesi a proporre una visione di Gesù "queer". Il fatto che ora siano ambienti cattolici a ventilare ipotesi di questa tipologia non è passato inosservato. E infatti La Verità di oggi, oltre a sottolineare la proposizione teologica in sè, riporta pure le considerazioni contenute nell'introduzione del numero in oggetto, che è l'ultimo pubblicato. Si legge dunque della "chimera di identità naturali e stabili". Basterebbe questo a fotografare l'andazzo. Ma poi il corpo di Gesù Cristo viene definito "queer" a tutti gli effetti. E la teoria "queer" è una di quelle che prova a smentire la natura binaria della sessualità umana.

Vale la pena, di rimando, rimarcare ancora una volta come Joseph Ratzinger, pochi giorni fa, sia balzato agli onori delle cronache per aver predisposto quanto necessario affinché il giornalismo cattolico tedesco possa essere sostenuto, mediante la nascita di una fondazione. Concilium, non da oggi, è espressioni di correnti progressiste. E il papa emerito potrebbe aver deciso di non lasciare campo libero a chi arriva a pensare che Gesù Cristo possa essere una figura "queer". Pure perché le analisi dei teologi non restano mai a livello di sottobosco, ma influenzano poi gli esiti delle decisioni vincolanti prese dagli episcopati.

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