@ - La crisi politica che ha colpito il Burundi ha spinto molti dei suoi cittadini a cercare rifugio nella vicina Tanzania, ma il governo tanzanese sembra averne avuto abbastanza e ha deciso di rimandarli indietro. Non ha usato mezze parole il presidente John Magufuli il quale, in un discorso fatto in tv, ha dichiarato che i rifugiati burundesi devono ritornare a casa loro e non aspettare di diventare cittadini della Tanzania.
200mila rispediti in Burundi
A tale proposito la Tanzania ha siglato un accordo col Burundi per rimpatriare 200mila rifugiati: una decisione stata criticata dalle Nazioni Unite perchè esisterebbe ancora il rischio che oppositori del presidente burundese Pierre Nkurunziza possano essere vittime di violenze. Magufuli ha rigettato queste accuse, giustificando la sua decisione dicendo che anche Gesù dopo essere andato in Egitto come rifugiato è ritornato in Palestina a predicare, quindi anche i rifugiati burundesi devono fare la stessa cosa e tornare nel loro Paese.
Niente rifugiati, siamo africani
Anche se può sembrare strano che una nazione africana possa cacciare i rifugiati in questo modo, l’opposizione all’immigrazione di massa nel continente nero è molto forte e non sono pochi i Paesi che adottano politiche severe contro l’immigrazione.
Pochi mesi fa in Sudafrica si sono verificate rivolte da parte dei locali contro gli immigrati provenienti da nazioni limitrofe, con l’accusa di rubare il lavoro ed importare criminalità. Di recente il governo angolano ha rispedito indietro centinaia di migliaia di rifugiati della Repubblica Democratica del Congo, per non parlare della decisione del governo della Guinea Equatoriale di costruire un muro per tenere lontani gli immigrati provenienti dal Camerun. A dimostrazione che ciò che sta facendo il governo della Tanzania e’ tutt’altro che un caso isolato.
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