@ - È uno dei modi in cui è stato descritto dai suoi compagni Edward Gallagher, il Navy SEAL statunitense accusato di crimini di guerra e protetto da Trump
Il New York Times ha pubblicato nuove informazioni sul caso di Edward Gallagher, ex capo delle operazioni speciali di una squadra dei Navy SEALs americani e fino a non molto tempo fa al centro di un processo per crimini di guerra compiuti in Iraq durante la guerra contro lo Stato Islamico (o ISIS). Gallagher alla fine era stato assolto grazie al fatto che un testimone chiave – un altro membro della sua squadra, il cosiddetto Team 7 – aveva cambiato la sua versione dei fatti: era stato però condannato per un’accusa minore ed era stato degradato a un rango inferiore. Tutto questo prima che la decisione del tribunale militare fosse ribaltata dal presidente Donald Trump, che si era molto esposto in sua difesa (come diversi altri Repubblicani).
Il New York Times ha pubblicato la trascrizione di pezzi di testimonianze date in tribunale dei membri del Team 7 che avevano accusato Gallagher. Le testimonianze, che il New York Times ha potuto vedere il video, sono state diffuse per la prima volta e sembrano confermare i comportamenti violenti di Gallagher già emersi grazie a inchieste giornalistiche e ricostruzioni giudiziarie.
Tra le altre cose, Gallagher era accusato di avere accoltellato un ragazzo di 15 anni sospettato di essere membro dell’ISIS. Il ragazzo si era ferito a una gamba in battaglia, e mentre veniva curato da un medico era stato colpito più volte da Gallagher con il suo coltello da caccia. Gallagher si era fatto poi fare una foto a fianco del cadavere insieme agli altri marines e l’aveva mandata a un altro SEAL in California, dicendo: «Dietro a questa foto c’è una bella storia, l’ho ucciso con il mio coltello da caccia».
Il New York Times ha raccontato che durante la testimonianza alcuni compagni di Gallagher hanno iniziato a piangere.
Il marines Craig Miller, membro del Team 7 e uno dei militari più esperti del gruppo, ha detto, riferendosi a Gallagher: «È spaventosamente malvagio». Un altro marine, Joshua Vriens, un cecchino, ha detto: «È tossico». Un altro, ancora, Corey Scott, il medico del gruppo, ha aggiunto: «Si può dire che non abbia alcun problema a uccidere chiunque si muova».
I testimoni hanno raccontato che Gallagher sparava ai civili e accoltellava i prigionieri con un coltello da caccia, una descrizione molto diversa da quella fatta di recente da Donald Trump, che durante un recente comizio in Florida lo ha definito «uno dei nostri combattenti più grandi».
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