@ - La ragazzina riconsegnata ai genitori che ora rischiano la denuncia. Il tunisino agli agenti: vi sparo come a Trieste.
Ai poliziotti ha detto di avere 16 anni. Ma loro non hanno creduto fin dall’inizio a quanto raccontava. Lineamenti, voce e fattezze erano quello di una ragazzina poco più che bambina. Alla fine gli agenti, facendola parlare e acquisendo la sua fiducia la ragazzina ha finalmente detto la verità. La piccola ha 12 anni. Gli agenti della Polfer di Mestre l’avevano fermata, mercoledì mattina in zona stazione con uno spacciatorte tunisino di 18 anni arrestato perché aveva minacciato con un coltello un ragazzino di 16 anni e si era fatto consegnare venti euro.
La 12enne non ha comunque partecipato all’aggressione di cui era responsabile lo straniero. Una volta che ha detto la sua età ha pure fornito le generalità, l’indirizzo di casa e il numero di telefono del padre.
Abita in centro a Padova e non è la prima volta che viene da sola in stazione a Mestre. La ragazzina conosce da tempo lo spacciatore, c’è il fondato sospetto che si stia avvicinando pericolosamente al mondo della droga.
Ai genitori che sono arrivati a riprenderla i poliziotti hanno spiegato le responsabilità che loro hanno sulla tutela della figlia che non possono di certo abbandonare.
Sono all’incirca le 14 quando un ragazzo di 16 anni si presenta in lacrime negli uffici della Polfer di Mestre e in evidente stato di agitazione spiega agli agenti di aver subito il furto di una manciata di euro in contanti. Un cittadino straniero, in compagnia di una ragazza molto giovane, lo aveva, infatti, avvicinato per sottrargli una banconota da 20 euro e minacciandolo di tagliargli la gola se avesse fatto resistenza. Dopo essersi impossessato dei soldi, l’aggressore non ha comunque esitato a prendere a calci la vittima.
Sulla base delle descrizioni fornite, gli agenti sono stati in grado di rintracciare il responsabile dell’aggressione nei pressi della stazione ferroviaria, mentre si allontanava e cercava di confondersi tra i passanti. È un tunisino di 18 anni, con precedenti e già condannato per un episodio simile a luglio.
L’aggressore, accompagnato in ufficio, ha presentato sin dai primi momenti segni di insofferenza al controllo, poi sfociati in veri e propri atti di danneggiamento di una porta della sala d’attesa e degli arredi dell’ufficio, il tutto condito con minacce ai poliziotti.
Il giovane, arrestato, è stato condotto presso le camere di sicurezza della Questura dove ha continuato con il suo atteggiamento violento contro gli agenti, urlando: «Se entrate vi rubo le pistole e vi sparo come ha fatto il colombiano di Trieste!». E provocandosi anche ferite sul corpo.
Giovedì il giudizio per direttissima che ha visto il giovane condannato a due anni e 19 mesi di reclusione con pena sospesa ed obbligo di firma. —
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