domenica 27 ottobre 2019

Omicidio Sacchi, i killer non erano soli. E un video smentisce la verità di Anastasiya

@ - Altri due ragazzi con gli arrestati davanti al pub. Dalle immagini non si vede nessuno colpire la fidanzata della vittima. Che ora sarà risentita in procura.

Anastasiya Kylemnyk, la fidanzata ucraina di Luca Sacchi 

Valerio Del Grosso e Paolo Pirino non erano soli la sera dell'omicidio, quando scapparono a bordo della Smart, dopo averla parcheggiata in seconda fila in via Mommsen, per allontanarsi il più velocemente possibile dal luogo dell'omicidio di Luca Sacchi. I ragazzi, che polizia e carabinieri stanno tentando di rintracciare, avrebbero fatto da intermediari per la vendita di droga e, così spiegano fonti investigative, avrebbero anche consegnato la pistola al killer.

E mentre il questore sta pensando a una stretta su droga e movida, forse con un provvedimento, si prepara un'altra stretta: su Anastasiya Kylemnyk, la fidanzata di Luca Sacchi, che aveva frequentato il liceo classico Augusto, che forse studiava all'università e che faceva lavoretti per sbarcare il lunario. Nel suo racconto, spiegano gli investigatori, ci sono troppe incongruenze, tanto che i pm vogliono risentirla. Non è stata colpita da una mazza da baseball, anzi non è stata colpita affatto: nessun segno sul corpo, nessun referto medico ad attestarlo. E poi, a quanto risulta, il gruppo con cui si accompagnava non era la prima volta che faceva azioni di questo tipo.

Le immagini di videosorveglianza del negozio di tatuaggi che si trova in via Franco Bartoloni quella notte riprendono la strada di fronte, fino al marciapiede: alle 22.50 si vede passare la Smart di Del Grosso e Pirino: supera il pub John Cabot, svolta a sinistra in via Mommsen, fa il giro dell'isolato, prende due sensi unici e poco dopo rispunta dalla parte opposta di via Bartoloni. Si ferma. Poi riparte e gira a destra in via Mommsen. Si blocca in seconda fila. Sono le 22.59. Alle 23 lo sparo. Dalle immagini appare chiaro che non c'è il tempo di un'aggressione, di una colluttazione, di una mazzata in testa. In più il ragazzo viene ucciso con un colpo di pistola alla nuca: il proiettile va a schiantarsi nella vetrina del pub per poi finire, ormai senza più forza, all'interno del locale, davanti ai piedi di una ragazza.

La telecamera riprende due giovani che bevono birra di fronte alla vetrina. Sentono il colpo di pistola. Terrorizzati, a uno cade di mano il bicchiere, poi si precipita dall'altra parte della strada dove è arrivata Anastasiya che sta tamponando il volto di Luca: il ragazzo torna indietro con le mani nei capelli, chiaramente in panico. L'altro gira in tondo senza sapere cosa fare. Più tardi Anastasiya entrerà nel negozio di tatuaggi per lavarsi le mani e fino alle 1.30 starà seduta su un gradino lì davanti: " Non aveva nessuna escoriazione, nessuna lesione, nessuna ferita" dicono.

Gli amici di Luca avevano parlato di esecuzione e tale sembra: i soldi custoditi nella borsa pare fossero molti più dei duemila euro di cui si era parlato all'inizio, una cifra compresa tra 10 e 20 mila euro. Ma su questo gli inquirenti stanno facendo verifiche. Il che giustificherebbe la rapina, anche se niente giustifica quel colpo di pistola sparato alle spalle a bruciapelo. Il denaro inoltre è sparito.

Nel quartiere tutti descrivono Luca come un ragazzo tranquillo, salutista, attento. Suo padre e lo zio Fabrizio sostengono che si sia trattato " senza dubbio " di uno scambio di persona. Ma fonti investigative spiegano che "non c'è stato nessun equivoco". Forse non era coinvolto in nulla, ma sembrerebbe aver ricoperto il ruolo di guardaspalle. Tra i testimoni oculari dell'omicidio due amici delle vittime che, insieme a Luca e alla ragazza, sarebbero coinvolti nello scambio di droga.


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