@ - La nomina dell'esperto magistrato - in pensione dal maggio scorso - arriva nel day after dell'ultimo scandalo che ha sconvolto lo Stato Pontificio. Ieri cinque dirigenti vaticani sono stati sospesi a seguito dell’inchiesta sulle operazioni finanziarie illecite a San Pietro.
C’è un nome d’alto profilo che varcherà i confini dello Stato Pontificio per andare a presiedere il tribunale di Città del Vaticano. È quello di Giuseppe Pignatone, l’ex procuratore della Repubblica di Roma. Papa Francesco ha deciso di affidare al magistrato siciliano il posto del precedente presidente Giuseppe Dalla Torre. Una nomina che arriva nel day after dell’ultimo scandalo che ha sconvolto lo Stato Pontificio. Ieri cinque dirigenti vaticani sono stati sospesi a seguito dell’inchiesta sulle operazioni finanziarie illecite a San Pietro. Solo due giorni fa erano arrivati i sequestri effettuati dai pm della Santa Sede su documenti e apparati elettronici negli uffici della prima sezione della Segreteria di Stato e dell’Autorità di Informazione Finanziaria.
Ieri a essere sospesi dal Vaticano “cautelativamente dal servizio” sono due dirigenti apicali e tre dipendenti. Si tratta di monsignor Mauro Carlino, recentemente nominato da Papa Francesco capo ufficio informazione e documentazione della Segreteria di Stato; Tommaso Di Ruzza, direttore dell’Autorità d’Informazione Finanziaria, genero dell’ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio, di cui ha sposato la figlia Valeria Maria; Vincenzo Mauriello, minutante dell’ufficio del protocollo della Segreteria di Stato; Fabrizio Tirabassi, minutante dell’ufficio amministrativo della Segreteria di Stato; e Caterina Sansone, addetta di amministrazione della Segreteria di Stato.
È in questi giorni convulsi che in Vaticano arriva il magistrato che a Roma ha scoperto e portato a processo Mafia capitale “Cosa farò da domani? E chi lo sa? Di sicuro avrò tanto tempo a disposizione per leggere, ma non si escludono sorprese”, aveva detto Pignatone nell’ultimo giorno di lavoro prima di andare in pensione, l’8 maggio scorso. La fine di una carriera lunga 45 anni, dedicata alla lotta alla mafia: da Cosa nostra a Mafia capitale. In mezzo la condanna dell’ex governatore della Sicilia, Totò Cuffaro, la svolta sul caso di Stefano Cucchi e la forte volontà di far luce sul sequestro e l’uccisione di Giulio Regeni in Egitto. Nato a Caltanissetta nel 1949, Pignatone entra in magistratura nel 1974: prima pretore nella sua città natale, poi sostituto procuratore a Palermo a partire dal 1977. Dove negli anni ’80 mette sotto inchiesta il sindaco Dc Vito Ciancimino, poi condannato per mafia a sette anni.
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