giovedì 31 ottobre 2019

Gli incontri segreti della sindaca Raggi con Papa Francesco

@ - «Papa Francesco? È la mia guida spirituale». Virginia Raggi in pubblico, davanti ai taccuini, non ne parla mai. Ma quando si rilassa, magari lontana dal Campidoglio, racconta in libertà del suo «rapporto speciale» con il Pontefice. Una frequentazione assidua che esce dai protocolli e dalle visite istituzionali per nutrirsi di incontri “segreti” e lunghe telefonate.


Raggi sembra molto gelosa di questo filo diretto: come regola ha dato ai suoi collaboratori di non parlarne mai. Al contrario suo, però. Visto che questa santa confidenza inizia a correre di bocca in bocca, dentro e fuori il Comune, soprattutto con l’approssimarsi della sfida elettorale che vede la grillina pronta a ricandidarsi. Tanto che in questa fase - con il M5S diviso sull’operato della sindaca e con pezzi di società civile che le hanno voltato le spalle, a partire dai sindacati - l’appoggio del Santo Padre potrebbe diventare negli ambienti che contano motivo di forza (e di vanto). Il rischio di un incidente diplomatico, certo, è dietro l’angolo. 

Basti ricordare che dopo sei mesi di governo M5S della Capitale, gennaio 2017, all’allora assessore Adriano Meloni scappò questa notizia: la volontà del Papa di pagare l’Imu sugli immobili commerciali della Chiesa. «Virginia glielo ha chiesto direttamente - disse a questo giornale - e lui si è dimostrato disponibile». La sindaca, il giorno dopo, andò su tutte le furie. E riprese pubblicamente Meloni, che ora non c’è più, volato nello iperspazio dei mille assessori cambiati dalla pentastellata in tre anni. Magari anche per questa leggerezza.

IL SOPRANNOME
«Virginia Bergoglio», la chiamano scherzando i pochi eletti che sono a conoscenza di questo segreto. Niente di nuovo: prima di Raggi c’è stato un altro sindaco che per un lungo periodo ebbe (ostentandolo) un legame con Papa Francesco. Esatto: proprio Ignazio Marino. Anche se il chirurgo dem finì, suo malgrado, schiacciato mediaticamente da una mitologica frase pronunciata da Bergoglio sul volo di ritorno dal Congresso mondiale delle famiglie di Philadelfia: «Io non ho invitato il sindaco Marino, chiaro? E neppure gli organizzatori, ai quali l’ho chiesto, lo hanno invitato. Si professa cattolico, è venuto spontaneamente». Un pasticcio che non portò bene a Marino, che dopo un mese venne sfiduciato dai suoi consiglieri (non per questo motivo, va detto, ma anche sulla scia di un “frontale” del genere).

IL CONVEGNO
Ora in Campidoglio c’è una donna capace di avere da subito un feeling particolare con il pontefice. «La sua guida spirituale», anche alla luce di tutti i momenti complicati che ha dovuto passare finora alla guida della città. Un motivo di forza che le fa superare qualsiasi mediazione con le gerarchie intermedie del Vaticano. Ieri, per esempio, al grande convegno per ricordare i 100 anni della nascita di San Giovanni Paolo II che si è svolto in Campidoglio - alla presenza tra gli altri, dell’arcivescovo Agostino Marchetto e del cardinale Angelo Comastri - Raggi non si è presentata. Nonostante fosse attesa per il saluto istituzionale. Un’assenza che non è passata inosservata. E giustificata, con un pizzico di malizia, proprio dal «rapporto speciale tra Virginia e Francesco che è solidissimo e diretto». Eppure le curve della recente storia cittadina dovrebbero aver insegnato altro.

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