giovedì 12 settembre 2019

Migranti, la Corte suprema dà ragione a Trump: "Sì a limiti ad asilo"

@ - Gli immigrati secondo la norma del lyglio scorso hanno diritto di chiedere rifugio negli Usa solo se hanno fatto richiesta nei Paesi attraversati durante il viaggio e gli è stato opposto un rifiuto. Il presidente esulta su Twitter.

Donald Trump incassa una vittoria sull'immigrazione alla corte suprema, a maggioranza repubblicana dopo le sue due nomine: ribaltando la decisione di una corte d'appello, i giudici hanno deciso di far entrare in vigore la nuova normativa governativa che vieta a gran parte degli immigrati centroamericani di chiedere asilo in Usa se durante il loro viaggio hanno attraversato Paesi terzi sicuri dove potevano avanzare la stessa istanza. In seno ai nove membri della Corte Suprema Usa, composta da 6 uomini e 3 donne, solo le due giudici liberal Ruth Bader Ginsburg e Sonia Sotomayor hanno dissentito rispetto alla legittimità delle restrizioni sulle richieste d'asilo. Continua comunque la battaglia legale sul merito della legge.

E il presidente, dopo la decisione dei giudici, ha subito esultato: ""Grande vittoria alla corte suprema degli Stati Uniti per la frontiera sulla questione dell'asilo".


BIG United States Supreme Court WIN for the Border on Asylum! https://apnews.com/a817cf3affb04f3d8ad3c4940366a5fe …


La nuova regola emessa nel luglio scorso e che ha visto l'opposizione delle associazioni per i diritti civili restringe la possibilità alle persone che arrivano negli Stati Uniti attraversando il confine meridionale di chiedere asilo negli Usa. In pratica, secondo la norma, possono farlo soltanto se l'hanno già richiesto in un Paese terzo che hanno attraversato durante il viaggio e che gliel'ha negato. Di fatto, quindi, la norma obbligherà chi vuole arrivare negli Stati Uniti a chiedere asilo in uno dei Paesi attraversati durante il viaggio; potranno rivolgersi direttamente agli Stati Uniti soltanto le persone che si trovano già in Messico o quelle che arrivano via aereo. I migranti che forniranno prove di essere perseguitati nel loro Paese d'origine potranno ottenere uno status che garantisce loro di non essere deportati ma non di ottenere i vantaggi e le protezioni dell'asilo.

"Ancora una volta il potere esecutivo ha fatto una legge che cerca di sovvertire una prassi di lunga data per i rifugiati che cercano di fuggire dalle persecuzioni", si è lamentata la giudice Sotomayor nel suo atto con cui si è dichiarata contraria alla decisione.

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