martedì 10 settembre 2019

Brexit, secondo no del Parlamento a elezioni anticipate. Johnson: "Oltraggio al popolo"

@ - La Camera dei Comuni ha respinto la richiesta del premier di andare al voto in ottobre.
Seconda bocciatura, come previsto, sulla mozione presentata da Boris Johnson per la convocazione di elezioni anticipate nel Regno Unito il 15 ottobre. 


La Camera dei Comuni l'ha bocciata con 293 sì contro 46 no e numerosi astenuti (la settimana scorsa c'erano stati 298 sì e 56 no). Il quorum necessario sarebbe stato dei due terzi ma gli oppositori, Labour in testa, hanno confermato il no: chiedendo al premier Tory d'assicurare prima che il 31 ottobre non vi sia una Brexit no deal nel rispetto della legge pro-rinvio appena varata. "Le opposizioni pensano di capire le cose meglio del popolo, credono di poter rinviare la Brexit senza chiedere al popolo britannico di dire la sua in una elezione", ha immediatamente replicato il premier al voto del Parlamento "Questo governo andrà avanti per trovare un accordo" con l'Ue malgrado "le diversioni dell'opposizione", ha comunque ribadito il premier Tory, escludendo però "alcun rinvio" oltre il 31/10 e invitando le opposizioni a "riflettere" durante la sospensione dei lavori parlamentari da oggi al 14 ottobre.

Nel suo discorso Johnson Boris aveva rilanciato la sfida delle elezioni per sciogliere il nodo della Brexit ripresentando in tono polemico e in un clima rovente una mozione per il voto anticipato. Il premier Tory ha preso di mira le opposizioni, e in particolare il leader laburista Jeremy Corbyn, accusati di aver invocato a lungo le urne, ma di volerle ora posticipare malgrado la legge anti-no deal (da Johnson chiamata "legge della resa") sia stata frattanto approvata: "L'unica ragionevole spiegazione è che hanno paura che vinceremo noi".

Durante il suo intervento Johnson non aveva mancato di rendere omaggio allo speaker John Bercow, che nelle scorse ore ha preannunciato le sue dimissioni in polemica con lo stesso premier, per il "lungo servizio" alla guida della Camera dei Comuni. Ma gli ha anche rinvolto qualche frecciata, come quando gli ha riconosciuto di aver sempre agito secondo quello che "lei ha giudicato essere l'interesse nazionale"; o quando - nel momento in cui Bercow ha permesso a un deputato di interromperlo con una mozione d'ordine rivelatasi impropria - lo ha ringraziato ironicamente per la sua "consueta imparzialità".

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