@ - Macron fa la morale all'Italia, ma all'aeroporto di Parigi arrestano i viaggiatori transitanti che non hanno prenotato un albergo.
Emannuel Macron fa la morale all'Italia sulla gestione degli immigrati e sui "porti chiusi", ma quanto emerge da Oltralpe è a dir poco agghiacciante: tre turiste latino-americane fanno scalo aereo a Parigi e vengono arrestate, umiliate, detenute per più di venti giorni e poi lasciate in mezzo alla strada.
La loro colpa? Non aver prenotato un hotel per la notte di transito all'aeroporto di Parigi, prima di prendere le rispettive coincidenze per Svizzera e Spagna.
Le tre donne coinvolte nel brutto fatto sono due cittadine colombiane e una venezuelana, rispettivamente Jennifer, Liliana e Wilma, tutte fermate dagli agenti della sicurezza all'aeroporto di Parigi "Charles de Gaulle" e rinchiuse nella famigerata area denominata "Zapi 3", dove vengono inviati tutti coloro che non hanno requisiti come il visto, il passaporto, la prenotazione di un hotel in Francia, un'assicurazione medica e il biglietto di ritorno. Centri di reclusione temporanea gestiti dalla polizia di frontiera o dalla dogana (DCPAF).
Insomma, se manca uno di questi elementi, le autorità possono ipotizzare che il viaggiatore sia un clandestino e hanno dunque il diritto di rinchiuderlo in un'area dove, secondo ong come la Anafe, vengono violati i diritti umani dei viaggiatori che diventano veri e propri detenuti.
In effetti il racconto delle tre donne è a dir poco inquietante, come narra Liliana: “Dal momento in cui entri lì ti senti prigioniera. Ti sequestrano il cellulare e tutte le tue cose. Ti danno la roba del bagno, un sapone, una tessera telefonica per comunicare con i tuoi parenti”. E ancora: "Ci hanno messo in una cella, ci hanno ammanettati, intimiditi, ci hanno costretto a spogliarci, persino intimamente e nel frattempo la polizia ci derideva".
Finalmente l'11 agosto le tre donne venivano rilasciate, dopo quasi un mese di detenzione e senza aver ricevuto alcun tipo di aiuto o supporto dalle autorità francesi.
“Ci hanno buttate in strada dicendoci di andare a recuperare i nostri documenti alla prefettura di polizia di Bobigny. Non sapevamo che fosse dall’altra parte della città. Abbiamo camminato molto. Eravamo senza soldi e io mi sentivo molto male…” spiega Jennifer, a cui cinque anni fà veniva diagnosticato un cancro e alla quale i suoi genitori, con molti sacrifici, le avevano regalato un viaggio a Madrid. Wilma invece stava transitando a Parigi per andare a visitare suo figlio malato in Svizzera. Una storia assurda che vede tre turiste trattate come criminali, detenute, umiliate e tutto ciò per non essere state a conoscenza dell'obbligo di prenotare un hotel, requisito a quanto pare indispensabile per chi transita in un aeroporto francese. Insomma, attenzione a tutti i quei viaggiatori che hanno intenzione di far scalo in Francia.
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