@ - Negli anni, diversi esponenti della Chiesa in tutto il mondo si sono espressi con parole al vetriolo in riferimento al mondo LGBT. Risale ad esempio a qualche anno fa l'asserzione choc di un vescovo di Trieste in riferimento alle unioni civili: "Gli attacchi al matrimonio come unione di un uomo e una donna rappresentano una sorta di suicidio dell’umanità stessa, soprattutto nei nostri Paesi occidentali". E ancora, un vescovo di Cipro aveva invece detto la sua sulla nascita dei bambini gay: "Quando nascono questi omosessuali? Succede quando durante la gravidanza le donne decidono di avere rapporti anormali, contro la natura. Parlo di un atto anomalo tra i due genitori. Per essere più chiari sto parlando di rapporti da dietro. San Porfirio dice che quando le donne hanno certi desideri, poi li trasmettono ai bambini che portano in grembo".
Ma adesso a dire la sua è l'arcivescovo di Cracovia, monsignor Marek Jedraszewski, secondo il quale la comunità LGBT è paragonabile alla peste. "Non esiste più un’epidemia e una vera piaga rossa (il riferimento è alla dittatura comunista, ndr) ma ne sta nascendo una nuova, quella creata dalla cultura degli LGBT e delle bandiera arcobaleno, minaccia per i valori e per la solidità sociale e familiare della nostra nazione”. […] Trans, gay, la comunità LGBT è come la peste". Non soddisfatto il monsignor ha aggiunto: "Chiunque promuova o difenda l’ideologia Lgbt, nega la dignità della società, della famiglia e di valori e tradizioni della nazione, come in una nuova e ancor più minacciosa sfida bolscevica alla nostra identità”.
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