@ - L’Italia presto in recessione? Le ultime previsioni degli esperti e il taglio operato da Moody’s lanciano l’allarme.
Le parole Italia e recessione sono state ripetutamente accostate nel corso degli ultimi mesi, nel momento in cui il deterioramento delle condizioni economiche (non soltanto nostrane) è risultato sempre più evidente.
Certamente il sentiment negativo è stato agevolato sia dai continui screzi all’interno dell’esecutivo gialloverde che dalla crisi di governo definitivamente esplosa all’inizio di agosto. Le stime di crescita di molti, tra cui quelle di Moody’s, sono state riviste.
Anche il peggioramento dell’outlook globale ha giocato un ruolo. Se economie quali la Germania hanno lanciato l’allarme recessione, cosa accadrà all’Italia, la più debole della zona euro?
Italia in recessione? Le previsioni
I timori di rallentamento e inversione economica sono affiorati sul finire del 2018, quando l’Italia è finita in recessione tecnica dopo due trimestri consecutivi di crescita negativa.
Poi, con l’arrivo del 2019, le cose sono “migliorate” ma quasi in maniera impercettibile. Nel primo trimestre dell’anno il PIL nostrano è avanzato dello 0,1%: nonostante il dato sia risultato positivo rispetto alla precedente flessione, esso ha ancora una volta messo in luce la debolezza dell’economia tricolore, fanalino di coda in Europa.
Le cose sono nuovamente peggiorate nel 2° trimestre del 2019, quando i timori di un’Italia in recessione sono riaffiorati: il PIL ha messo a segno una variazione pressoché nulla dello 0,0%.
Poi è scoppiata la crisi di governo che ha fatto storcere il naso a osservatori e analisti. Tra questi anche Moody’s che ieri ha scelto di tagliare le stime di crescita dell’Italia a causa delle incertezze riguardanti l’outlook economico, ma non solo.
Le stime di Moody’s
Nel 2019, hanno confermato gli esperti, il PIL non crescerà più dello 0,4% originariamente previsto ma si limiterà allo 0,2%. Nel 2020, invece, l’economia avanzerà dello 0,5%.
“L’outlook rimane particolarmente incerto con un’economia che continua a stentare. Per quanto la maggior parte dei paesi dell’Eurozona abbiano registrato un qualche rallentamento dalla metà del 2018 in avanti, quello dell’Italia è stato il più accentuato.”
Dunque non una vera previsione di recessione per l’Italia, ma una stima di deciso rallentamento che ha trovato ragion d’essere anche nell’instabilità politica e nelle battaglie contro l’Europa che:
“hanno dato adito a un’incertezza persistente e a condizioni finanziarie meno favorevoli”.
Confindustria: recessione dietro l’angolo
Se gli esperti di Moody’s si sono limitati a tagliare le stime di crescita, quelli di Confindustria hanno dipinto un quadro più complesso. A parlare è stato il presidente Vincenzo Boccia, che ha calcato sulla forte interdipendenza fra Roma e Berlino:
“Molte filiere del lusso italiano sono collegate alla filiera tedesca. Il fatto che la Germania non vada bene non è certo un segnale positivo.”
Per questo non si esclude la possibilità di stagnazione e, ancor peggio, di un’Italia in recessione.
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