@ - E’ arrivato il giudizio Fitch sul debito in un momento piuttosto delicato per l’Italia: siamo di fronte ad uno scenario in cui l’unica soluzione possibile sembra essere il voto anticipato.
Il giudizio Fitch sull’Italia ed il debito del nostro Paese è finalmente arrivato. Anche se l’attesa principale è rivolta verso i dati che saranno pubblicati da S&P, del 25 ottobre, anche il giudizio Fitch assume una importanza non da poco in un contesto veramente delicato quale è attualmente l’Italia sotto il punto di vista governativo ed economico. Il motivo dell’importanza maggiore dei dati S&P risiede innanzitutto nella vicinanza con la manovra finanziaria: nel mese di ottobre infatti saranno già delineate le misure che faranno parte della prossima manovra. Entro e non oltre il 15 ottobre infatti saranno trasmessi i dati alla Commissione europea tramite Documento programmatico di bilancio (il Dpb). Il 30 novembre ci sarà il parere da Bruxelles. I dati sono stati confermati rispetto al rating precedente, andiamoli a vedere insieme.
Il giudizio Fitch sull’Italia: i dati
BBB questo il rating dato da Fitch all’Italia con outlook negativo: totalmente confermati i giudizi rilasciati a febbraio, nonostante l’instabilità politica ed una economia che non ha mostrato grandi segnali di ripresa. Uno stallo confermato dall’azienda americana. Il rating è fermo a due gradini sopra lo spettro del junk.
Nella parte del junk sono relegati i rating negativi, ovvero gli Stati che hanno un debito tale da essere difficilmente saldabile anche a causa della scarsa affidabilità finanziaria ed economica. L’Italia è al momento salva da questo rischio ma ha molto su cui lavorare, a partire dall’aggiustamento del deficit, passando per il debito pubblico molto alto e l’assenza di una riforma al momento. Inoltre anche gli attivi bancari sono ancora deboli ed il tasso di crescita piuttosto basso per far presagire un miglioramento.
I dati precedenti di Fitch ed i prossimi appuntamenti col rating
Nell’ultimo report di Fitch sull’Italia c’era stata una conferma del rating BBB e dell’outlook negativo: indebitamento importante e sistema bancario piuttosto fragile queste erano state, in estrema sintesi, le conclusioni. Per le prossime analisi delle agenzie di rating non ci sarà da aspettare ancora molto dopo quella di Fitch arrivata stasera: il 6 settembre ci sarà quella di Moody’s, il 25 ottobre quella di S&P Global ed infine il 15 novembre DBRS. Se le ultime due partono da un outlook negativo ma si differenziano per un grado BBB-high- per DBRS e BBB per S&P Global, per Moody’s la situazione in Italia era tale da meritarsi un Baa3 ed un outlook invece stabile.
Il commento di Unicredit prima del rating
Dagli analisti di Unicredit era arrivato questa mattina un monito preciso: «Poichè vediamo la possibilità che un downgrade sia vicino e che le nuove elezioni ne aumentino drasticamente la probabilità, si prevede che i Btp rimarranno vulnerabili. Vediamo il maggior rischio di aumento dei rendimenti nello spazio da 5 a 10 anni. Fitch dovrebbe rivedere il rating italiano, che attualmente è BBB con prospettive negative. La valutazione di Fitch sulle vulnerabilità del Paese si concentrerà - hanno proseguito gli analisti di piazza Gae Aulenti - probabilmente sull’elevato livello del debito pubblico, sulla bassa tendenza alla crescita e sull’elevata incertezza politica». Insomma un quadro negativo all’orizzonte con lo spettro dell’aumento dell’Iva al 25%?
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