@ - Il Ministro delle Finanze argentino ha annunciato di voler posticipare il rimborso di oltre 100 miliardi di dollari di debito.
Non chiamatelo default. Più poeticamente la mossa messa in campo dal governo guidato da Mauricio Macri rientra nella casistica della “ristrutturazione del debito”.
Le dimensioni dell’operazione dovrebbero superare i 100 miliardi di dollari:7 miliardi in titoli a breve, 50 con scadenza a lungo termine e 44 miliardi di prestiti concessi dal Fondo monetario internazionale.
Crisi Argentina: più tempo per rimborsare il debito
Il ministro delle Finanze, Hernan Lacunza, ha annunciato che il governo rinegozierà il suo debito interno ed estero a corto, medio e lungo termine.
Tra il 2020 e il 2023 l’Argentina si troverà a dover rimborsare quasi 150 miliardi di dollari di obbligazioni, circa metà del proprio debito pubblico (che per oltre tre quarti è denominato in dollari).
Non ci saranno, ha detto il n.1 del Tesoro, “tagli a capitale ed interessi, ma cercheremo tempi più lunghi che permettano di dare stabilità all’economia, riducano l’inflazione e mettano sotto controllo il cambio con il dollaro”.
Nonostante questo, e il fatto che l’estensione sarà presentata come “volontaria”, è molto probabile che la misura sarà valutata come il nono default del Paese.
Crisi Argentina: tutti i numeri del default
L’incrocio tra il dollaro e il peso nell’ultimo mese ha segnato un rialzo di oltre 35 punti percentuali portando il saldo annuo al +88%. Oggi l’incrocio è salito fino a 59,3156, non lontano dal massimo storico di 60,273 peso fatto segnare a metà agosto.
Il rendimento del decennale emesso da Buones Aires si attesta sopra i 25 punti percentuali, il costo del denaro al 75% e i CDS a cinque anni (Credit Default Swap, le polizze a copertura dell’insolvenza di un debitore) segnalano una probabilità di default di poco inferiore ai 60 punti percentuali (nell’ultimo mese il valore dei CDS ha segnato un +288%).
Crisi Argentina: Lacunza, rinegoziazione solo per istituzionali
Il Ministro dell’Economia ha precisato che, per quanto riguarda la componente estera del debito, “saranno consultate le banche per perfezionare le proposte da sottoporre agli investitori”. Stesso discorso per i prestiti contratti con il Fondo monetario, “con cui si discuterà un nuovo profilo del rimborso del prestito, senza riduzione del dovuto”.
La proposta di allungamento delle scadenze “riguarderà prima di tutto gli investitori istituzionali, mentre si preserveranno gli interessi degli individui che riceveranno quanto dovuto in capitale nei tempi attualmente previsti”.
Nella pratica, agli investitori dovrebbe essere avanzataun’offerta di scambio: i titoli detenuti in cambio di obbligazioni di nuova emissione con scadenza posticipata.
Crisi Argentina: FMI, continueremo a sostenere il Paese
L’istituzione con sede a Washington ha fatto sapere di star valutando il da farsi. “Nell’ambito dell’operazione sul debito annunciata dalle autorità argentine, lo staff del Fondo sta analizzando i termini delle proposta e valutando l’impatto”, ha detto Gerry Rice, portavoce del Fmi.
Il Fondo “è cosciente del fatto che le autorità hanno preso questa difficile decisione per risolvere le criticità legate alla liquidità e salvaguardare le riserve”.
«Il Fondo continuerà a sostenere l’Argentina durante questi tempi difficili».
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