@ - Quattordici Paesi europei si sono trovati d’accordo ieri a Parigi nel creare un «meccanismo di solidarietà» che permetta di ridistribuire immediatamente i migranti appena sbarcati nei porti del Mediterraneo, sulla base del diritto internazionale. In questo modo Francia, Germania, Portogallo, Lussemburgo, Finlandia, Lituania, Croazia e Irlanda hanno assicurato la loro «partecipazione attiva» alla gestione dei migranti, e altri sei Paesi hanno aderito all’intesa. Non l’Italia, che non ha partecipato alla riunione di Parigi e ha bocciato l’accordo. Anzi, la giornata di ieri segna la ripresa degli scontri verbali tra il presidente francese Emmanuel Macron e il vicepremier italiano Matteo Salvini, dopo mesi di tregua.
L’intesa di Parigi è pensata per rispondere proprio alla lamentela più volte avanzata dall’Italia negli ultimi anni, ovvero il fatto che è stata lasciata sola nel gestire gli sbarchi. Il senso dell’accordo sarebbe questo: i Paesi europei accolgono il principio che chi sbarca in Italia sbarca in Europa, e quindi accettano di prendersi carico dei migranti, che vengono redistribuiti in tempi brevi; l’Italia è chiamata a riaprire i suoi porti per accogliere le navi in difficoltà, in conformità con il diritto internazionale.
Questa specie di scambio non è stato accettato dall’Italia, che ha disertato l’incontro. Macron non ha nominato Salvini ma lo evocato chiaramente quando ha deplorato le assenze «ingiustificate» e ha aggiunto che «non si guadagna mai nulla a non partecipare». Il presidente francese ha poi ribadito che «quando una nave lascia le acque della Libia e si trova in acque internazionali con rifugiati a bordo deve trovare accoglienza nel porto più vicino. È una necessità giuridica e pratica. Non si possono far correre rischi a donne e uomini in situazioni di vulnerabilità». E i porti più vicini ai quali allude Macron sono quelli italiani.
Salvini ha definito la riunione di Parigi «un flop», «un errore di forma e di sostanza. Nella forma, perché convocata con poco preavviso e in modo assolutamente irrituale visto che siamo nel semestre di presidenza finlandese. Nella sostanza, perché ha ribadito che l’Italia dovrebbe continuare a essere il campo profughi dell’Europa». Salvini poi ha aggiunto una risposta diretta a Macron, nuova puntata della polemica che lo contrappone al leader francese dall’estate scorsa: «L’Italia ha rialzato la testa, non prende ordini e non fa la dama di compagnia: se Macron vuole discutere di immigrati venga pure a Roma». Non il più diplomatico degli inviti.
Fino a domenica Francia e Germania speravano in un risultato minimo che comprendesse l’Italia, ma poi è stato chiaro che Roma avrebbe assicurato solo una presenza tecnica, non politica. E Salvini aveva già espresso la sua contrarietà alla riapertura dei porti italiani in occasione del vertice dei ministri dell’Interno la settimana passata a Helsinki. Da una parte Francia e Germania, dall’altra Italia e Malta che secondo Salvini non vogliono «essere gli hotspot dell’Europa».
Nessun commento:
Posta un commento