@ - Nel giorno del termine di presentazione al Tribunale di Roma del piano per il salvataggio di Astaldi, arrivano le attese «comfort letter» delle banche, cioè gli impegni ufficiali a partecipare finanziariamente al risanamento del gruppo romano e, più in generale, al collegato piano di sistema nel settore delle costruzioni che ruota attorno a Salini Impregilo€, cioè Progetto Italia.
L'architettura dell'operazione ha avuto ieri uno snodo cruciale: il progetto è stato all'esame di un consiglio di amministrazione di Salini Impregilo, che ha preso atto dell'impegno degli istituti di credito (che poi dovranno deliberare nei loro rispettivi Cda) e delle intenzioni di Cdp. Quest'ultima, tramite Cdp Equity, dovrebbe infatti inviare nelle prossime ore al Cda di Salini un impegno non vincolante a proseguire nelle negoziazioni.
Il piano sta dunque prendendo corpo: il Cda di Salini, terminato ieri in tarda serata, ha inviato al board di Astaldi la proposta, che poi sarà girata al Tribunale. Mancano però ancora da definire alcuni aspetti, motivo per cui il Tribunale potrebbe rinviare ulteriormente a fine mese la scadenza per la procedura concorsuale, in attesa di tutta la documentazione completa.
Tra le altre cose, emergono anche pesi diversi sul fronte bancario, dove le banche coinvolte sono principalmente Intesa Sanpaolo, Unicredit, BancoBpm, Bnp Paribas-Bnl e Mps. Proprio Intesa Sanpaolo, Unicredit e BancoBpm avrebbero dato la loro disponibilità a partecipare sia all'aumento di capitale di Salini sia ai finanziamenti necessari al salvataggio di Astaldi: circa 200 milioni di cassa e altri 350 milioni di fidi per garantire la continuazione delle commesse.
Differente è la posizione di Bnp Paribas-Bnl, pronta a partecipare soltanto sul lato del debito, come da prassi dell'istituto non incline a entrare nei singoli dossier in qualità di socio. Lo stesso ruolo che dovrebbe assumere Mps, anche se per l'istituto senese era abbastanza scontata una scelta di questo tipo.
C'è poi il ruolo cruciale di Cassa Depositi e Prestiti che sta ancora approfondendo la sua partecipazione a Progetto Italia: secondo il piano, Cdp dovrebbe infatti fornire 250 milioni di euro della ricapitalizzazione di Salini Impregilo, mentre altri 150 milioni dovrebbero arrivare dalle banche (con pesi a questo punto tutti da definire), 50 milioni da Pietro Salini e altri 150 milioni dal mercato (con garanzia di Bofa Merrill Lynch e Citi). In tutto, per complessivi 600 milioni.
Insomma, per arrivare a una quadratura del cerchio la partita potrebbe arrivare ai tempi supplementari. L'intero iter finora ha già collezionato due rinvii: dal 31 marzo, data originaria fissata dal Tribunale per la chiusura della procedura, al 20 maggio e poi al 15 luglio.
Un terzo rinvio non spaventa nessuno e questa volta sarebbe l'ultimo, con l'auspicio di chiudere la partita entro la fine del mese. Si andrebbe invece a ottobre per l'aumento di capitale di Salini Impregilo, necessario per procedere. Per l'operazione serve infatti un passaggio in assemblea, prevedibilmente in settembre.
Sul piatto c'è appunto un'operazione da 600 milioni, di cui 225 da dirottare su Astaldi. Poi, visto il capitale disponibile, Progetto Italia potrebbe aprirsi anche ad altri soggetti del settore delle costruzioni.
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