@ - Torna a martellare su un suo vecchio pallino, Papa Francesco, ovvero la riforma della Curia romana. Pallino che coltiva da poco dopo il Conclave in cui fu eletto: come ricorda Il Giornale, Bergoglio mise in piedi un consiglio formato da nove cardinali, che dopo una serie di vicissitudini sono diventati sei. Ma tant'è, il consiglio si chiama ancora "C9". Tra i suoi obiettivi, appunto, la riforma della Curia. Battaglia campale, per Francesco, con l'ala tradizionalista del Vaticano che si oppone al pacchetto di riforme, i cui contenuti sono stati anticipati almeno in parte dal vaticanista Sandro Magister sul suo blog personale.
In particolare è uno il punto controverso, quello riguarda le Congregazioni, le quali dovrebbero cambiare il nome in Dicasteri, che andrebbero a coincidere con quelli già esistenti. Dove sta il problema? Presto detto. Ad oggi, le Congregazioni sono guidate da cardinali ma, un domani potrebbero cambiare: nella bozza di riforma compare una prescrizione secondo la quale il ruolo di prefetto, debba essere ricoperto da un porporato, un vescovo o un consacrato. I laici, quindi, potrebbero prendere il sopravvento alla guida dei "ministeri"vaticani. Già, laici in Vaticano. Cambio radicale contestatissimo dai tradizionalisti, secondo i quali Francesco punta alla laicizzazione della gestione parrocchiale ed ecclesiastica.
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