lunedì 29 luglio 2019

Il Mozambico ha le carte per dare una speranza all’Africa

@ - Dotato di un immenso patrimonio energetico, favorito dalla posizione geografica e stabile politicamente, è uno degli Stati su cui poggia la potenziale rinascita economica africana. L’Italia è tra i partner in prima linea.
Se ci si soffermasse all’indice di sviluppo umano, il Mozambico si presenterebbe come uno dei Paesi più poveri del mondo, ancorato al 180° posto su 188, ostaggio di una corruzione diffusa, e con solo il 15% della popolazione che ha accesso all’elettricità nelle zone rurali. Eppure questo Paese di 25 milioni di abitanti, esteso due volte l’Italia, rappresenta anche uno degli Stati su cui poggia la potenziale rinascita economica dell’Africa.

Forte di un’invidiabile dote energetica, e di ricchi depositi di risorse naturali (carbone, titanio, granito, gesso, grafite e pietre preziose), ma anche grazie anche a una stabilità politica che incentiva gli investitori stranieri (da oltre 20 anni si tengono elezioni politiche multi-partitiche), il Mozambico fa parte di quell’Africa che “fa ben sperare”, su cui i Paesi industrializzati – e questa volta l’Italia è in prima linea - intendono puntare, consapevoli delle potenzialità economiche in palio, e dei vantaggi – reciproci – che si possono trarre.
Lo straordinario sviluppo che l’Fmi stima per questo Paese a partire dal 2024/25, con un Pil a due cifre, passa proprio dallo sfruttamento del settore del gas naturale. Dove l’Italia, grazie alle attività di Eni e Saipem, gioca e giocherà un ruolo di primo piano.

All’improvviso, l’energia
Quasi d’improvviso, il Governo di Maputo si è ritrovato tra le mani un immenso patrimonio energetico. Le scoperte di grandissimi giacimenti di gas naturale, a partire da Mamba (il più grande degli ultimi 20 anni), trovato dall’Eni nel 2011, seguito dai ritrovamenti successivi, hanno portato il livello delle risorse finora accertate a oltre 2 miliardi di metri cubi di gas naturale. Per sfruttare questo potenziale sono necessari investimenti colossali. Come il contratto firmato lo scorso mese dalla compagnia americana Anadarko per la costruire impianti di liquefazione del gas naturale. Un investimento da 20 miliardi di dollari (Saipem ha ottenuto una maxi commessa da sei miliardi), il più grande nella storia del Mozambico. Non sarà il solo. Entro fine anno Eni, che in Mozambico ha già investito miliardi di dollari, ed Exxon Mobil, dovrebbero comunicare la decisione finale relativa a un altro mega investimento, che a partire dal 2024 permetterà di esportare il gas di Mamba.

Se tutto andrà come previsto, forse già nel 2025 il Mozambico si candida a divenire il secondo fornitore mondiale di gas naturale liquefatto (Gnl). Come ha rilevato l’ad di Eni Claudio Descalzi, lo sviluppo dei giacimenti di gas consentirà al Paese un ritorno di almeno 100 miliardi di dollari (ai prezzi attuali) in 20-25 anni. Giusto per avere un’idea, il Pil del Mozambico non supera i 15 miliardi.


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