@ - L'ex presidente dello Ior soffre di poca memoria. Angelo Caloia, interrogato lo scorso primo giugno dal Tribunale dello Stato della Città del Vaticano per alcuni versamenti sospetti sul suo conto, ricorda ben poco, o perlomeno, così dice. "Non ho mai avuto precisa conoscenza del patrimonio di mia moglie, so che ha ricevuto rilevanti averi da un'eredità inglese, ma non so come ne abbia disposto. Penso che il deposito presso lo Ior di tali averi sia avvenuto nel 2006 o nel 2007. L'eredità alla quale faccio riferimento è stata ricevuta da mia moglie a seguito della scomparsa della madre. Ma non mi ricordo esattamente il nome di mia suocera" ha riferito l'ex numero uno dell'Istituto pene Opere religiose. È pur vero - come ricorda Il Tempo - che Caloia ha 80 anni, ma come può non sapere da dove provengono i milioni di euro nel suo conto corrente?
Caloia è, infatti, imputato per "peculato ed autoriciclaggio", insieme a Gabriele Liuzzo e Lamberto Liuzzo. Secondo l'ipotesi accusatoria, "tali condotte illecite - contestate anche al direttore generale dell'epoca Lelio Scaletti, nel frattempo deceduto - sarebbero state poste in essere tra il 2001 ed il 2008 nell'ambito della dismissione di una parte considerevole (pare il 70%, ndr) del patrimonio immobiliare dell'Istituto per le Opere di Religione con un danno patrimoniale superiore ai 50 milioni di euro". Non finisce qui - prosegue Il Tempo - perché ai tre imputati viene contestato anche il successivo utilizzo dei proventi (da qui la fattispecie dell'autoriciclaggio). L'ex banchiere nega l'evidenza anche quando il legale dello Ior gli esibisce diverse distinte: "Non ho mai depositato denaro contante. La firma sulla contabile è apparentemente mia, ma ribadisco di non aver mai eseguito deposito in contanti". A Caloia è stata mostrata anche una lettera in cui si fa riferimento alla vendita di quattro immobili e, anche qui, di fronte all'evidenza, sembra aver perso del tutto la memoria.
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