@ - La comandante della nave ha invocato "lo stato di necessità", ma la Gdf lʼaccusa di resistenza contro nave da guerra. Applausi e urla sul molo: "scontro" tra sostenitori e contestatori della Ong.
La capitana della Sea Watch, Carola Rackete, ha deciso di entrare nel porto di Lampedusa nonostante la mancanza di autorizzazioni ed è stata arrestata dalla Gdf. L'accusa è di resistenza e violenza contro nave da guerra, che prevede una pena dai tre ai dieci anni di reclusione. Ora potrebbe essere trasferita in carcere e processata per direttissima. Intanto i 40 migranti sono stati fatti sbarcare e trasferiti nel centro d'accoglienza.
La nave è stata condotta a due miglia dalla costa di Lampedusa per motivi di sicurezza. La presenza dell'imbarcazione in porto dava luogo a due problemi: il primo riguarda i decolli e gli atterraggi degli aerei, in quanto l'albero della Sea Watch 3 è molto alto e interferisce all'interno del cuneo di sicurezza di decolli e atterraggi del vicino aeroporto; il secondo riguarda i traghetti di linea che collegano Lampedusa con il resto della Sicilia, in quanto la nave della Ong impedisce il loro attracco.
La Rackete è considerata responsabile della violazione dell'Articolo 1100 del codice della navigazione. Alla comandante potrebbe essere contestato anche il tentato naufragio della motovedetta della guardia di finanza, speronata dalla nave durante la manovra di attracco. In precedenza la Rackete era stata iscritta nel registro degli indagati dalla Procura di Agrigento per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e per rifiuto di obbedienza a nave da guerra.
Danneggiata la motovedetta della Gdf - Prima di attraccare, una motovedetta della guardia di finanza ha tentato infatti più volte di impedire l'ormeggio fino a quando si è dovuta sfilare per non rimanere incastrata fra la Sea Watch 3 e la banchina. Il mezzo dovrà essere portato quasi sicuramente in cantiere per essere riparato. L'unità della Gdf stava ormeggiando quando è stata speronata dalla nave dell'Ong tedesca. Solo grazie alla prontezza del pilota e a un perfetto coordinamento dell'equipaggio è stato evitato il peggio. La motovedetta, infatti, è in vetroresina mentre la nave è in ferro; il problema riguarda naturalmente anche le dimensioni delle due imbarcazioni, che sono in rapporto di uno a trenta circa.
L'Ong: "Non avevamo scelta" - "Non avevamo scelta. Alla comandante non è stata data alcuna soluzione di fronte a uno stato di necessità dichiarato trentasei ore fa e quindi era sua responsabilità portare queste persone in salvo", ha affermato la portavoce di Sea Watch, Giorgia Linardi. "La violazione - ha aggiunto - è stata non del comandante, ma delle autorità che non hanno assistito la nave per sedici giorni".
Applausi e urla sul molo - Sul molo di Lampedusa si è consumato uno "scontro" tra opposte fazioni. Da una parte i sostenitori dell'Ong che hanno applaudito la scelta della comandante, dall'altra un gruppo di residenti, tra cui l'ex vicesindaco Angela Maraventano, che ha urlato e inveito contro i volontari dell'organizzazione. "E' una vergogna - ha urlato Maraventano - qui non si può venire a fare quello che si vuole, non venite nelle nostra isola se no succede il finimondo. Fate scendere i profughi e arrestateli tutti". All'ex vicesindaco ha risposto l'ex sindaco Giusi Nicolini: "Che vuoi tu, chi sei tu per decidere chi deve venire e chi no?".
Salvini: "Condotta criminale da parte della Rackete" - Sulla vicenda è intervenuto il ministro dell'Interno, Matteo Salvini: "Comportamento criminale della comandante della Sea Watch 3, che ha messo a rischio la vita degli agenti della guardia di finanza. Ha fatto tutto questo con dei parlamentari a bordo tra cui l'ex ministro dei trasporti. Incredibile".
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